La certezza è che sarà una donna. “Abbiamo due potenziali candidate”, assicura Angelo Pollutri, fondatore del Nuovo polo civico di Vasto insieme ad Angelo Bucciarelli, Corrado Sabatini e Luigi Masciulli.
“Chi sarà? Può essere una sorpresa”, mette le mani avanti Pollutri. “Puntiamo su una donna per tante ragioni. Da questo punto di vista, il mondo politico locale è rimasto indietro. Non bastano le panchine rosse”.
Certo, senza un nome, più di qualcuno potrebbe dubitare sul fatto che il soggetto politico nato dai delusi del centrosinistra che vogliono costruire uno schieramento trasversale abbia già la persona giusta per le elezioni comunali del 2021. “Di sicuro – risponde l’ex sindaco di Cupello – una donna sorridente, che non affronterà l’impegno politico come uno che sta portando la croce al Calvario. Una donna competente, che ridia sorriso e sogno a questa città. E sicuramente genererà più entusiasmo del nulla visto fino ad ora, altro che le solite frasi del tipo: ‘Apriremo alla società civile’, come se ce ne fosse anche una incivile. La società è una e va rappresentata. Seguiremo il refrain Ti aspetto a Vasto di Stefano de Libertis per inaugurare una nuova stagione”.
“Ballottaggio? No, grazie” – L’intento è bellicoso. Ma anche molto ambizioso, visto che lo scontro sarà con centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Troppo velleitario? “Con la Bagnante nel simbolo, punteremo a vincere al primo turno. In questi giorni, c’è chi ci chiede con chi ci alleeremo. Se lo pongano gli altri il problema del ballottaggio. La nostra parola d’ordine è: disconuità. Discontinuità dagli ultimi vent’anni”.
Quindi distanti dal centrosinistra, ma anche dal centrodestra? “Esatto. Il declino di Vasto è iniziato vent’anni fa”.
Nelle scorse settimane, Corrado Sabatini, ottimista di natura, non ha esitato a dire a Zonalocale che l’obiettivo è presentare cinque liste alle prossime elezioni. Nel mondo politico locale, non ci crede quasi nessuno: un neonato movimento fuori dalle coalizioni tradizionali come farà a trovare tra 96 e 120 candidati? “Tre liste sono sicure: una lista delle competenze, un’altra della politica, una dell’entusiasmo e poi stiamo lavorando a una ulteriore lista che rappresenti l’assieme delle aree periferiche in maniera significativa. Prima delle elezioni lanceremo una serie di iniziative: il Festival delle idee per Vasto aperto alla partecipazione di tutti, la mostra delle tesi di laurea incentrate su Vasto e la Scuola dell’amministrazione locale intitolata a una personalità vastese del passato che l’amministrazione ha dimenticato (l’allusione lascia pensare a Nicola Notaro, n.d.r) e diretta da un ex dirigente del Comune. A inizio mese settembre un progetto editoriale, che non vuole far concorrenza agli organi d’informazione, ma sarà un contenitore di idee, sottoscrizioni e manifestazioni di interesse per salvare Vasto. Serve competenza. Basta con le candidature di persone che non sanno neanche la differenza tra una determina e una delibera”.
Sarete in grado di correre da soli per vincere? Non vi dovrete comunque alleare? “Dialoghiamo con tutti quelli che vogliono dialogare con noi. Io ho l’identico entusiasmo di quando ho sostenuto Francesco Menna nel 2016, anche se poi il percorso successivo è stato deludente. Qui c’è molta apertura, non ci sono steccati. La scelta di una donna non è casuale. È un segnale di mentalità politica. E chi si candida a sindaco dovrà essere candidato anche alla presidenza della Provincia, perché negli ultimi 15 anni Vasto ha rinunciato a presiedere la Provincia in cambio di poltronicchie. Da Pompeo Suriani, una città come Vasto non ha il presidente della Provincia. Noi, invece, vogliamo la doppietta istituzionale”.