Incontro interessante e seguito quello di ieri sera a Vasto con Piernicola Silvis, dirigente generale della Polizia in pensione, questore a Foggia nel 2014, e commissario di Polizia a Vasto, città di cui si ritiene “innamorato”, che dal 2017 si dedica alla scrittura a “tempo pieno”.
Ospite della rassegna “Scrittori in piazza”, e intervistato da Emanuela Petroro, Silvis ha parlato del suo “Gli Illegali”, crime ambientato a Napoli che vede il ritorno come protagonista, di Renzo Bruni, agente dello SCO (Servizio Centrale Operativo della Polizia). Al centro del romanzo l’omicidio di un ex vicecapo della polizia che nasconde un passato oscuro.
I 3 libri che compongono la serie di cui fa parte “Gli illegali” hanno ambientazioni differenti, a dimostrazione della volontà dell’autore di “non dare una posizione territoriale a Renzo Bruni, scorporandolo dal territorio, per dargli possibilità di girare l’Italia. Credo sia bellissimo – afferma Silvi – poter entrare nei gangli vitali delle società di diverse zone del Paese, mi piace parlare non soltanto della componente investigativa e del crimine ma anche entrare nelle piccole cose”.
Dopo Formicae e La Lupa, ambientati a Foggia, città d’origine dell’autore che in questi due romanzi ha anche voluto “evidenziare una realtà criminale poco conosciuta”, l’azione si sposta infatti a Napoli, scenario scelto da Silvis per portare il protagonista a indagare in una città diversa, una metropoli. Scelta dettata anche dal cuore come omaggio alla moglie che nella città partenopea ha frequentato l’Università.
Un viaggio nella produzione letteraria di Piernicola Silvis e nella sua carriera, con i racconti di quegli spaccati di vita che si ritrovano anche nelle storie dei protagonisti dei suoi libri. Personaggi che non hanno super poteri, che non sono infallibili e che spesso, come è accaduto anche a Silvis, si trovano in difficoltà nel proteggere gli innocenti.
Dal sequestro di Carlo Celadon, fino all’arresto il 6 settembre 1992 di Giuseppe Piddu Madonia, vicecapo della cupola mafiosa, Silvis ripercorre in parte 35 anni di servizio, parlando delle difficoltà e dei successi e mostrando una grande umanità ricca di emozioni variegate, dalla soddisfazione, alla rabbia, alla paura.
“Con i miei libri vorrei far capire alla gente come a volte sia difficile il lavoro delle forze dell’ordine e come invece sia facile inventare delle fiction televisive che hanno poca attinenza con la realtà – ha dichiarato -. Ci sono alcune procedure che a volte ci vengono incontro e in altri casi ci bloccano, obbligandoci ad aggirare gli ostacoli. Mi piace raccontare proprio questo tipo di situazione che vivono le forze di polizia, ovvero raccontare come si svolge una vera indagine, che è molto più complessa di quanto si possa pensare”.
Romanzi quelli di Silvis, che spesso presentano connivenze tra criminalità organizzata e potere e che descrivono bene le indagini, incollando il lettore alle pagine.
“Quando scrivo cerco di sposare il fattore tecnico, quello della realtà del codice di procedura penale, con la fascinazione della storia romanzata, senza annoiare il lettore e trascinandolo nella storia. Di solito svelo subito l’identità dell’assassino e sviluppo la tensione attraverso la lotta del buono contro il cattivo, con la trama che è una corsa contro il tempo per fermare il responsabile”.
L’amore per la scrittura che accompagna l’autore da quando era ragazzo. “Facendo un lavoro come il mio, è stato difficile dedicarmi a questa passione, lavoravo mattina e pomeriggio e la sera quando tornavo a casa mi mettevo a scrivere. Però sono convinto che se hai il fuoco dentro, quello vero, in qualche modo si sprigiona. Quando entro in una storia il resto del mondo va fuori”.
Due nuovi libri in uscita per Silvis: il primo, in arrivo a novembre, racconta la storia di Anna, medico veronese che vorrebbe specializzarsi in chirurgia plastica e i cui piani vengono stravolti nel momento in cui suo padre entra in coma a causa di un ictus. Le indagini sul passato del padre, che la ragazza decide di intraprendere, porteranno alla luce oscuri segreti che cambieranno il suo modo di vedere le cose e i suoi progetti. “È forse il romanzo che amo di più – sostiene lo scrittore -. Non ci sono poliziotti, non ci sono carabinieri, non c’è Bruni, ma c’è molta umanità”.
Il secondo, è un romanzo che avrà nuovamente come protagonista Renzo Bruni e che sarà ambientato a Roma nel mondo degli stupefacenti e della ndrangheta. “Non sarà un seguito de Gli Illegali ma una storia diversa, una nuova battaglia per Bruni”.
Con le domande del pubblico, anche uno sguardo al panorama politico e sociale del Paese: tra gli argomenti toccati corruzione, evasione fiscale e criminalità organizzata. “Ultimamente si tende a deviare un po’ l’attenzione da quelli che sono i problemi di ordine e sicurezza pubblica – afferma l’autore -, servirebbe fare delle norme giuridiche serie che possano combattere questi problemi, ma purtroppo non è sempre così facile realizzarle”.
Spazio dedicato anche alla lotta alla criminalità organizzata e alla città di Foggia, dove l’esistenza del fenomeno è passata spesso in sordina. “Negli ultimi anni, dopo il duplice omicidio dei fratelli Luciani – spiega il procuratore aggiunto di Foggia, Antonio Laronga, intervenuto all’evento in qualità di spettatore -, c’è stato un cambio di passo da parte dello Stato perché sono stati istituiti nuovi reparti delle forze dell’ordine e c’è stata una forte attenzione alla copertura degli organici. Questo è sicuramente un segnale di speranza, c’è una forte coesione tra le componenti della cosiddetta Squadra Stato, costituita da forze dell’ordine, prefettura e magistratura. Resta da sciogliere il nodo della società civile che, nella maggioranza dei casi, non è adeguatamente consapevole dei pericoli che sta correndo il territorio”.