Una sola location, quella del cortile di palazzo d’Avalos, posti (limitati) a sedere, fila all’ingresso per registrazione e controllo della temperatura. Vasto riallaccia così i suoi legami con il Siren Festival, dopo un anno di stop, provando così a riprendere quel cammino iniziato nel 2014 e che ha proiettato la città adriatica nel panorama dei festival internazionli dell’estate.
Road to Siren, l’evento che va in scena in questo 2020 così strano e che impone giuste regole all’organizzazione dei concerti, riparte con una dimensione misurata per il periodo e la situazione, rappresentanto così un banco di prova per il ritorno del Siren Festival nel 2021. Nella serata di palazzo d’Avalos a far “tornare la sirena a cantare”, sono le Coma Berenices, Antonella Bianco e Daniela Capalbo, con Andrea De Fazio alla batteria, con i loro brani strumentali che riscaldano l’atmosfera.
Poi sul palco salgono The Tangram, band abruzzese che in estate ha pubblicato i singoli Awesome e Why e si prepara all’uscita – in autunno – dell’album. I giovani musicisti scaricano sul palco del d’Avalos tutta la loro energia dalle sonorità soul e funk provando a far muovere un pubblico costretto a rispettare i posti a sedere per le norme anti-Covid. “Ballate sul posto” è l’invito accolto con piacere da tanti degli spettatori in platea per lasciarsi trasportare dalla musica dei The Tangram.
A chiudere la serata di concerti è l’atteso live di Lucio Corsi. Il 26enne cantautore toscano, accompagnato dalla sua band, non tradisce le aspettative ed è protagonista di un concerto che raccoglie consensi. Con la sua borsa di pelle, da cui durante la sua esibizione tira fuori libri e testi, e l’inseparabile chitarra, Lucio Corsi propone i suoi pezzi con uno stile cantautorale contemporaneo che guardano con attenzione ai grandi nomi della musica italiana. Ci sono influenze di Ivan Graziani – del resto per un chitarrista come Corsi viene facile ispirarsi all’artista teramano – Lucio Dalla e Francesco De Gregori. Del cantautore romano intepreta anche “Bufalo Bill”, dopo essersi spostato al piano per cantare “Hai un amico in me” di Riccardo Cocciante.
La sua attenzione alla scrittura emerge in maniera chiara quando, dopo essere rimasto solo sul palco per alcune canzoni chitarra e voce, abbandona anche la sei corde per “una canzone senza musica” che poi è una sorta di mini-reading che non ti aspetti in un concerto. Si chiude con gli immancabili bis per salutare una serata di musica che ha segnato una tappa del cammino verso il Siren Festival 2021.
Questa sera il secondo appuntamento di Road to Siren. Alle 20.30, sempre a palazzo d’Avalos, ci sarà la selezione musicale a 45 giri di Umberto Palazzo, alle 22 la proiezione del documentario di Seamus Murphy, PJ Harvey: A dog called money.