Leggo in questi ultimi giorni, le polemiche sul bando per la gestione del parco Muro delle Lame tra Circolo Tennis Vasto e amministrazione comunale.
Non entro nel merito della vicenda tennistica, sicuramente chi opera come leggo da 44 anni nel tennis in quel posto ha lavorato sicuramente al meglio per la promozione di questo sport.
Ma credo giusto a questo punto ricordare alla cittadinanza, all’amministrazione e a chi opera da 44 anni in quel posto quanto segue, che non sono opinioni di un runner che tutti in giorni vive quel posto, ma dati di fatto:
1) è un dato di fatto che la strada di accesso che va dall’ingresso del CT Vasto alla zona della pista di atletica è paragonabile a una mulattiera di alta montagna, fatta di voragini, rialzi di radici, breccia, aghi di pino, calcinacci con spuntoni di ferro che escono, il tutto per far provare al cittadino che vuole andare a fare l’attività sportiva, specialmente se ci va in bicicletta o motorino, l’ebrezza del pericolo. Sono almeno 25 anni che è cosi (foto da 1 a 9 allegate)
2) è un dato di fatto che la pista di atletica (e chiedo scusa alle piste di atletica vere) non possa essere percorsa in sicurezza a meno che non si voglia correre con scarpe da trekking, infatti anche qui tra buchi, radici di alberi, aghi di pino e dislivelli di varia natura, il rischio di infortuni è massimo (foto da 11 a 19). Ovviamente non ci possiamo far mancare un grosso ramo che ricade proprio sulla pista (foto 27) sarà sicuro? Chissà.
3) È un dato di fatto che la pulizia degli spazi verdi, lo stato di agibilità delle tribune, sono come quelli che ho visto a Bogotà: osceni (foto 10 e da 20 a 26).
4) È un dato di fatto, che in un ambiente sportivo aperto al pubblico, non c’è un bagno pubblico.
5) È un dato di fatto che in ambiente sportivo aperto al pubblico non c’è una postazione pubblica di defibrillatore.
Alla luce di tutto ciò, se l’amministrazione ha trovato qualcuno che vuole investire come leggo oggi 620 mila euro, ben venga! E buona pace che avrà scopo di lucro, anche perché non penso che custodi, baristi e istruttori lo facciano per la gloria, come credo che chi investe più di mezzo milione di euro per risanare un bene pubblico in decadenza da anni lo faccia per beneficenza.
Federico Maria Greco