Giacinto Verna, coordinatore politico di Progetto Lanciano e il coordinatore cittadino Daniele Pagano, tornano sulla discussa questione dell’assegnazione della Tac all’ospedale Renzetti.
“Le notizie che arrivano dal verbale dell’ultimo tavolo di monitoraggio del ministero della Salute – dichiarano -, parlano di nuove critiche alla Regione Abruzzo sulla gestione della sanità. Da Roma fanno osservazioni sui ritardi del piano sanitario 2019-2021, sul fatto che non c’è traccia del piano della rete ospedaliera e del conseguente piano delle assunzioni e sulla mancanza di un programma di investimenti per i nuovi ospedali”.
“Se è vero che il governo regionale di centrodestra non riesce a disegnare le linee guida, la strategia, di quello che sarà la sanità abruzzese nei prossimi anni, se si demandano le decisioni a Roma per poi avere questo tipo di risposte in negativo – proseguono -, non ci dobbiamo meravigliare delle carenze nella Asl2 e in particolare nel nostro ospedale Renzetti che, tuttora, lamenta la mancata nomina di primari, carenze di personale medico e infermieristico e di investimenti sulle strutture, nonché problemi logistici”.
“La vicenda della Tac – affermano -, prima assegnata a Lanciano e poi dirottata a Vasto, è solo la cartina tornasole di un assessorato regionale che non è in grado di programmare, che non ha lungimiranza su cosa e dove investire visto che un’apparecchiatura diagnostica può cambiare destinazione così rapidamente in base agli umori di un direttore generale”.
“Lanciano non deve elemosinare per una Tac. Asl e Regione devono dotare della adeguata strumentazione l’ospedale Renzetti, rimettendo al centro la salute dei cittadini. Ma soprattutto devono decidere quale vocazione dare ai nostri ospedali, ai nostri territori, per investire seriamente e rapidamente sulla medicina del territorio, riempiendo di contenuto le strutture esistenti e programmando i reali investimenti per il futuro, per far sì che un ospedale designato come Dea di primo livello, come è il Renzetti, sia realmente tale. E per non scadere più in simili diatribe”.