F.G. di 35 anni è stata posta agli arresti domiciliari dai carabinieri della compagnia di Lanciano, diretta dal capitano Vincenzo Orlando, nell’ambito dell’operazione antidroga “Doppio gioco” del giugno scorso [LEGGI]. La donna, moglie del collaboratore di giustizia arrestato nella prima fase dell’inchiesta sullo spaccio di droga che aveva portato anche al sequestro di mezzo chilo di cocaina, era stata trasferita nel frattempo in un’altra località protetta in virtù del suo status.
Gli arresti domiciliari sono scattati su richiesta del pm Francesco Carusi che ha ottenuto l’accogliemento del gip del Tribunale di Lanciano Massimo Canosa. Gli ulteriori sviluppi delle indagini dei carabinieri hanno evidenziato una spiccata pericolosità sociale dell’indagata “ritenendola capace di commettere nuovi reati della stessa specie e riconoscendole un ruolo significativo e pregnante nell’attività di gestione e detenzione di sostanze stupefacenti poste in essere congiuntamente al marito”.
“È infatti emerso nelle indagini – spiegano i militari – che la donna ha più volte partecipato allo spaccio delle dosi e al trasporto di ingenti quantitativi di stupefacente, nonché si è adoperata personalmente per l’individuazione e la persuasione dei soggetti individuati quali custodi della droga, ponendo in essere, altresì, nei loro confronti, anche condotte indirettamente volte a condizionarne i comportamenti ricercando insistentemente un contatto con loro e facendosi spesso notare nei pressi delle loro quotidianità, ingenerando negli stessi la convinzione di un chiaro atteggiamento intimidatorio“. La prossima settimana la 35enne sarà sottoposta all’interrogatorio di garanzia.