La dotazione della Rianimazione e Terapia intensiva dell’ospedale San Pio di Vasto si è arrichita questa mattina di un nuovo strumento, un videolaringoscopio per intubazioni difficili, acquistato grazie ai fondi raccolti con la campagna di solidarietà promossa dalla Pilkington durante il lockdown. Alla raccolta fondi lanciata dall’azienda sansalvese si sono uniti, nel corso dei mesi, altre aziende, associazioni, istituzioni e semplici cittadini, permettendo di raggiungere quota 210mila euro, “una cifra inimmaginabile”, ha scritto nella sua lettera il presidente Graziano Marcovecchio [LEGGI].
E così, tassello dopo tassello, il reparto dell’ospedale vastese sta ricevendo attrezzature di ultima generazione che saranno preziose nel supportare i medici per curare i pazienti e salvare vite. Questa mattina Massimo Di Ienno, in rappresentanza dell’azienda, ha consegnato il macchinario alle dottoresse Francesca Tana, direttore sanitario dell’ospedale, Maria Amato, primario della radiologia, e Paola Acquarola, anestesista e rianimatrice che ha dato le indicazioni per la scelta delle strumentazioni più utili. Insieme a loro anche il primario del reparto, Filippo Marinucci, e il coordinatore infermieristico Cosimo Pizzuto. Maria Amato, rivolgendosi a Michela e Brigida, le due giovanissime di Carunchio che, insieme ai loro coetanei, hanno promosso la raccolta fondi in paese, ha raccontato del lavoro svolto in questi mesi segnati dalla pandemia dicendo alle due giovani studentesse che “oggi la sanità è sempre più al femminile”. C’era anche il sindaco Gianfranco D’Isabella a rappresentare una comunità che ha risposto “presente” alla gara di solidarietà. Nei mesi scorsi sono stati i bambini del paese a realizzare delle cassette colorate, distrubuite poi nelle attività commerciali. “Abbiamo riscoperto il valore della comunità e della solidarietà. E siamo contenti che siano stati i bambini, in mesi per loro complicati, ad essere d’esempio per gli adulti”.
Nel ricevere questo quarto tassello della donazione, la dottoressa Acquarola ha espresso, anche a nome di tutti i suoi colleghi, grande soddisfazione. “Il nostro lavoro ci porta ad essere sempre lontani dai riflettori e spesso ci sembra di essere dimenticati. Invece, con questa gara di solidarietà, sentiamo la vicinanza di tutto il territorio”. C’è la consapevolezza di poter allestire un reparto pronto a rispondere ad ogni emergenza, per il bene di tutti coloro che dovessero averne necessità. Ora manca l’ultima parte, attualmente in costruzione in Svezia, per chiudere il cerchio della solidarietà.