Il direttore del carcere di Lanciano, Maria Lucia Avantaggiato, e l’associazione Onlus Medea, nella persona del suo responsabile nazionale con delega all’apertura degli sportelli istituzionali antiviolenza, hanno sottoscritto un importante protocollo d’intesa.
Ambito di operatività del protocollo è quello dell’anti violenza, del contrasto di ogni forma di aggressività, attraverso azioni di promozione culturale, di formazione, di accompagnamento esperto alle persone e alle famiglie, nonché attraverso l’apertura all’interno del carcere di uno sportello anti violenza, rivolto a personale, detenuti e loro famiglie.
Presenti all’incontro anche Tommaso Rossi, funzionario capo area detenuti e trattamento, il sottocommissario di polizia penitenziaria Michele Ciampolillo, facente funzione di comandante di reparto con delega alla realizzazione del progetto, l’ispettore capo Rino Gaeta, con delega ai rapporti con le istituzioni scolastiche e la sovrintendente capo Rita Cericola responsabile del reparto detentivo media sicurezza del carcere.
“Detta sottoscrizione – dichiara Maria Lucia Avantaggiato – testimonia ancora una volta l’imprescindibile e necessaria sinergia tra mondo esterno e carcere, tra associazioni culturali e istituzione penitenziaria, sinergia senza la quale vano è ogni moto verso il cambiamento culturale e rieducativo della persona”.
Il protocollo prevede, inoltre, azioni di promozione culturale e di cambiamento anche in raccordo con le scuole del territorio, attraverso l’organizzazione di percorsi conoscitivi fondati sulle testimonianze concrete di percorsi di vita di detenuti che, pur avendo sperimentato il male estremo, ne sono usciti rinnovati; nonché attraverso progetti divulgativi sul territorio della corretta conoscenza del penitenziario e dei percorsi di consapevolezza, di attivazione di risorse e di cambiamento in esso agiti.
“Il protocollo oggi sottoscritto – afferma il direttore – pone le basi per un ulteriore cammino dell’associazione Medea verso il cambiamento sociale ed il contrasto alla violenza, un cammino da percorrere in stretta collaborazione con il carcere, ovvero una comunità, un’organizzazione, un’istituzione che, accogliendo il disadattamento, la devianza e la delinquenza, spesso riesce a incidere sostanzialmente sul cambiamento evolutivo del singolo e della comunità”.
Dal direttore Avantaggiato un “sentito ringraziamento a Francesco Longobardi la cui instancabile motivazione per il sociale produce eccellenti risultati, ed un buon lavoro a tutto il gruppo di progetto che con competenza, umanità e tenacia non cessa di coinvolgersi in percorsi così belli e costruttivi”.