“Da oltre quindici anni lo Stato italiano finanzia – nell’ambito di un giusto e ambizioso progetto di messa in sicurezza di tutto il patrimonio edilizio scolastico e di sicurezza degli studenti la ristrutturazione e la messa a norma delle scuole di ogni ordine e grado nonché la costruzione di nuovi edifici in linea con le attuali norme antisismiche. Ciò è tanto vero che, in tutta Italia, ed anche in Abruzzo – finanche nei Comuni più piccoli – è stata finanziata, con fondi statali, la ristrutturazione dei vecchi edifici e la costruzione di nuovi edifici scolastici. Tali fondi sono però legati all’iniziativa delle Amministrazione comunali, che hanno ovviamente il compito di elaborare i progetti e fare richiesta dei finanziamenti. Sin dalla scorsa campagna elettorale, ed anche successivamente, con ripetuti comunicati stampa, l’Assessore Anna Bosco ed il Sindaco Menna hanno più volte (solo) annunciato la ristrutturazione delle scuole cittadine e, addirittura, la costruzione di un nuovo polo scolastico. A dispetto degli annunci, però, nessuna di tali opere è stata posta in essere“. I consiglieri comunali della Lega, Alessandra Cappa e Davide D’Alessandro, hanno presentato un’interrogazione sulla situazione degli edifici scolastici cittadini.
“Si è così arrivati all’estate 2020, nella quale i già delicati nodi del patrimonio edilizio scolastico cittadino sono venuti al pettine: gli edifici scolastici, già non a norma sotto ben altri e più importanti profili, non risultano adeguati nemmeno a garantire il distanziamento imposto dal Covid 19 (si tratta, in alcuni casi, di vecchie strutture costruite secondo le diverse concezioni dell’epoca e comunque adatte ad ospitare un numero di studenti sicuramente inferiore a quello attuale). Ciò è tanto vero che, il 21 luglio 2020, il Comune di Vasto si è visto costretto a pubblicare un avviso esplorativo [LEGGI] con il quale anche a seguito delle ultime linee guida del Comitato tecnico scientifico Covid 19 ha rappresentato “la necessità di reperire sul mercato alcuni vani per ospitare le attività didattiche delle scuole di cui all’oggetto. In realtà, si è scoperto che 12 dei 16 edifici scolastici cittadini non sono a norma e che a tale inidoneità si aggiunge, di questi tempi, anche la necessità di avere maggiori spazi per rispettare il distanziamento sociale”, denunciano i consiglieri della Lega.
[ads_dx]”La verità è dunque che l’amministrazione Menna, al contrario di quanto accaduto in numerosissimi comuni d’Italia, anche vicini al nostro – ove da tempo sono stati ristrutturati e messi a norma gli edifici scolastici esistenti e costruiti nuovi poli scolastici con finanziamenti statali – non ha avuto la capacità, il tempismo e la lungimiranza di occuparsi di un serio e complessivo progetto riguardante il patrimonio edilizio scolastico, ricordandosi delle scuole e degli studenti vastesi solo nel luglio 2020, cioè sul finire del mandato. L’amministrazione comunale vuole però indurre i cittadini a credere che l’esigenza di rinvenire locali per garantire ai nostri studenti l’inizio dell’anno scolastico dipenda dalle regole imposte dal Covid 19: in realtà, le suddette scuole non sono ancora a norma solo a causa dell’inerzia dell’amministrazione Menna”.
Di qui l’attacco agli amministratori. “Cosa hanno fatto il Sindaco Menna e l’Assessore Bosco dal 2016 ad oggi se il Comune stesso annuncia pubblicamente che dodici scuole su sedici non sono ancora a norma? Cosa hanno fatto se, nel luglio 2020, sono ancora agli annunci sulla costruzione di un nuovo polo scolastico? E se ciò è vero, dove verrà costruito? Esiste un progetto? Se esiste, è stato già presentato e finanziato? (a noi viene il dubbio che l’ennesimo annuncio serva a spostare l’attenzione dei cittadini sbigottiti e delle famiglie preoccupate della sorte dell’anno scolastico dei propri figli). Ed ancora, perché l’amministrazione comunale non ha sviluppato un progetto di ristrutturazione o ricostruzione del vecchio edificio Carlo Della Penna, anche verificando la possibilità di sfruttare i suddetti finanziamenti statali? (il nuovo edificio sarebbe ora risultato utile anche per avere ulteriori e più ampi spazi per il distanziamento sociale)”.
Per questo chiedono al sindaco di conoscere i “i motivi per i quali i lavori sul plesso scolastico Ritucci Chinni sono stati dapprima iniziati e subito dopo improvvisamente interrotti (quali le cause tecniche e i problemi riscontrati sull’edificio stesso, quali i reali tempi per la riapertura in sicurezza della suddetta scuola primaria). Se vi sono progetti in atto concernenti il patrimonio scolastico – in particolare i dodici edifici non a norma – o progetti già finanziati di cui il Comune risulta beneficiario e per quali importi. In caso affermativo, in quale anno l’amministrazione comunale ha avviato i progetti e le procedure di richiesta dei suddetti finanziamenti. Sempre in caso affermativo, quali sarebbero i tempi per la messa a norme delle scuole”.
Incoltre, chioedono se “l’Amministrazione comunale, considerati i tempi ristretti, nell’ipotesi in cui la ricerca di vani di cui all’avviso esplorativo del 21 luglio 2020 non dovesse portare i risultati sperati, ha individuato una soluzione alternativa, e quale, che possa assicurare la regolare ripresa dell’anno scolastico anche agli alunni delle scuole in oggetto“.