Tutti assolti perché il fatto non costituisce reato. Non ci fu alcun abuso nell’aprire una scuola per l’infanzia in un locale commerciale di via Euripide a Vasto. Lo stabilisce la sentenza con cui oggi il Tribunale ha prosciolto con formula piena i quattro imputati.
Barbara Zappacosta, legale rappresentante della cooperativa La Stella, che ha commissionato i lavori, William Ciccarone, progettista e direttore dei lavori, ed Emilio Racciatti, proprietario del locale al piano terra dello stabile di via Euripide numero 7, erano accusati, “in concorso tra loro – si legge nel capodi imputazione – in assenza di permesso si costruire”, di aver eseguito “lavori di ristrutturazione edilizia consistenti nel cambio di destinazione d’uso tra classi catastali non omogenee (dalla C alla D) e tra diverse categorie funzionali, trasformando il citato locale da magazzino a scuola per l’infanzia”.
Era imputato anche l’architetto Michele D’Annunzio, all’epoca dei fatti dirigente del Settore Urbanistica del Comune di Vasto, perché, secondo l’accusa, “non adottava alcun provvedimento nonostante le difformità e le violazioni edilizie già rilevate e contestate”. Nei suoi confronti il reato ipotizzato era di abuso d’ufficio.
Venti le parti civili costiuitesi nel processo, che si è concluso oggi con il verdetto del Tribunale collegiale, composto dal presidente, Bruno Giangiacomo, e dai giudici a latere Stefania Izzi e Michelina Iannetta.
“La pubblica accusa, rappresentata dal pm Michele Pecoraro, ha chiesto l’assoluzione con formula dubitativa per Racciatti e Zappacosta, un anno di reclusione per D’Annunzio, un anno e due mesi con 5164 euro di ammenda per Ciccarone”, dice l’avvocato Angela Pennetta (che ha difeso Zappacosta e Ciccarone), legale della difesa insieme ai suoi colleghi Giuseppe Gileno (per D’Annunzio) e Dario Mancino (difensore di Racciatti).
“Grande soddisfazione delle difese, anche perché l’asilo La Stella – dichiara l’avvocato Pennetta – ha avuto, in corso di causa, l’ordine di demolizione a firma del dirigente dell’Urbanistica del Comune di Vasto, Stefano Monteferrante, ordinanza ovviamente impugnata dinanzi al Tribunale amministrativo regionale”.