“Nato a Limosano (CB) nel 1937, Giovanni (in religione Gabriele) Ricciuto entrò nel monastero di Santa Maria dei Miracoli a 12 anni d’età, quando i genitori erano in procinto di emigrare all’estero; anche per questo motivo, egli fu portato a considerare la comunità monastica come la sua famiglia”. È il benedettino padre Paolo Maria Gionta a ricordare le tappe più importanti della vita e della missione di Don Gabriele Ricciuto, parroco di Santa Maria dei Miracoli a Casalbordino, scomparso ieri a 83 anni [LEGGI]
“Dopo aver percorso le tappe formative in varie abbazie – come allora vigeva nella Provincia Italiana della Congregazione Sublacense – ed essere stato ordinato sacerdote (29 giugno 1963), trascorse il resto della sua esistenza a Miracoli. Qui svolse per qualche tempo l’incarico di prefetto dei probandi (1963-1965), ossia di educatore dei giovanissimi aspiranti alla vita monastica. Ma la sua cura e premura si concentrarono ben presto sulla comunità parrocchiale e specialmente sulla gioventù, seguendo la crescita umana e spirituale di generazioni e generazioni di ragazzi, praticamente fino al termine dei suoi giorni”.
E sono proprio i “suoi ragazzi”, oggi divenuti adulti, ad aver affidato i loro ricordi a padre Paolo Maria per raccontare la lunga azione pastorale di Don Gabriele.
Nel suo operare ci sono stati “l’insegnamento del catechismo e più tardi, quando tale compito venne affidato anche a dei laici, la preparazione dei catechisti; la gestione quotidiana dell’oratorio – con nuclei tanto a Miracoli quanto nelle contrade un tempo dipendenti dalla parrocchia – ove, accanto alle lezioni di catechismo, intratteneva i ragazzi con attività ludiche, escursioni, preparazione di spettacoli teatrali e soprattutto con la formazione all’arte musicale della quale era appassionato ed esperto; a questo riguardo, promosse in particolare la fondazione di una banda musicale (i cui elementi venivano da lui singolarmente preparati) e la direzione della stessa. Con questo gruppo animò non solo le festività religiose della parrocchia dei Miracoli, ma partecipò anche a ricorrenze significative in svariate località; l’amministrazione del sacramento della Penitenza cui invitava la domenica mattina i ragazzi i quali volentieri si accostavano al suo confessionale.
In tutti questi ambiti del ministero Don Gabriele dimostrò, stando alla testimonianza di chi ebbe la possibilità di averlo come educatore, una rara capacità di aggregazione e di coinvolgimento dei più giovani nelle varie iniziative (come la celebrazione del mese di Maggio e la Via Crucis, nonché l’allestimento del presepe) ed una pedagogia ispirata, nello stesso tempo, a bontà e rigore“.
Nella sua lunga azione pastorale, Don Gabriele ha portato avanti “la vicinanza a persone malate e anziane, tramite le visite e l’amministrazione dei sacramenti a domicilio; la cura delle famiglie povere alle quali forniva generi alimentari di prima necessità; la preparazione di coppie ai sacramenti del matrimonio e del battesimo; l’insegnamento della religione in diversi istituti scolastici (elementari e medie); la messa a frutto di una grande versatilità tecnica attraverso, per esempio, la compilazione di sussidi catechetici e liturgici, l’assemblamento di dispositivi elettrici quali amplificatori ed microfoni”.
Tutto questo mantenendo sempre i contatti “con un gran numero di persone, interessandosi alla loro vita e a quella delle loro famiglie”. E poi aveva una grande “precisione fino alla puntigliosità per quanto riguardava tanto la vita personale quanto l’attività pastorale”, con uno stile di “modestia e riservatezza” che lo hanno sempre contraddistinto.