11 misure cautelari (7 arresti e 4 obblighi di firma) per la violenta lite di fine giugno tra appartenenti alle due famiglie Guarnieri di etnia rom della città. A dare esecuzione ai provvedimenti è stato, stamattina, il personale della sezione Anticrimine del Commissariato, diretto dal vicequestore Lucia D’Agostino, unitamente al personale della squadra mobile di Chieti e del reparto Prevenzione crimine di Pescara.
La sera del 26 giugno scorso, numerosi componenti delle famiglie si sono affrontati nel popoloso quartiere Santa Rita riportando lesioni giudicate guaribili dai 10 ai 30 giorni [LEGGI].
“La sezione Anticrimine del Commissariato ha identificato i responsabili deferendoli in stato di libertà per i reati previsti dagli artt. 110, 61, 582 e 588 codice penale – spiega D’Agostino – L’attività investigativa, immediatamente posta in essere, ha permesso di accertare il coinvolgimento di 17 persone dello stesso ceppo familiare che, a vario titolo, hanno preso parte alla maxi rissa con l’utilizzo di armi improprie, quali bastoni, stampelle di metallo, crick di auto, mazze di legno e perfino una cassetta metallica della posta. In considerazione dell’allarme sociale destato e della diminuita percezione di sicurezza scaturita a seguito dell’evento delittuoso tra i residenti nel quartiere, la risposta da parte dello Stato, della locale Procura e della Polizia di Stato è stata tempestiva ed efficace, attraverso l’intensificazione dei servizi di prevenzione e controllo del territorio, predisposti dal questore di Chieti Ruggero Borzacchiello con l’intervento di pattuglie del reparto Prevenzione Crimine di Pescara in ausilio alle pattuglie del commissariato”.
[ant_dx]”L’attività di indagine condotta dalla sezione Anticrimine e dal personale della polizia scientifica è stata mirata e risolutiva, concentrandosi sull’esame dei materiale video, della documentazione fotografica e delle iniziali testimonianze di alcune parti in causa, confermando l’ipotesi delittuosa della rissa aggravata. Le parti infatti, si sono sfidate tra loro, percuotendosi con calci, pugni, mediante l’utilizzo di bastoni, con lancio di sassi e di oggetti”.
Dall’ascolto dei testimoni e dei querelanti è emerso che il motivo scatenante della rissa sarebbe da attribuire all’affidamento di un appartamento dell’Ater dove, tre anni prima, abitava un appartenente alla famiglia di Angelo Guarnieri e che, a causa di continue liti con il vicinato, veniva scambiata successivamente con una cugina. A distanza di tempo, la pretesa da parte del primo assegnatario di riottenere la restituzione dell’appartamento in questione con atteggiamenti violenti e minacciosi che hanno avuto un escalation fino al noto epilogo del 26 giugno.
Su richiesta del sostituto procuratore Francesco Carusi, il gip del Tribunale di Lanciano, ha emesso disposto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico: Angelo Guarnieri (62 anni), Gaetano Guarnieri (60), Fabrizio Guarnieri (34), Sergio Di Rocco (42), di Gaetano Guardnieri (38), di Sante Guarnieri (23), di Enzo Manzi (44) e la misura dell’obbligo di presentazione giornaliera in commissariato nei confronti di Fioravante Di Rocco (18), Demis Manzi (21), di Federico Cervelli (20) e Kevin Guardnieri (21).
“Desidero sottolineare la forte e proficua collaborazione e sinergia con la Procura e il Tribunale di Lanciano che ha fatto proprie le risultanze investigative del Commissariato dando una efficace ed adeguata risposta di sicurezza alla collettività”, conclude D’Agostino.