Edmondo Laudazi si lascia aperte tre strade: correre da solo, oppure in alleanza col centrodestra, o partecipare al polo civico che, ad oggi, è un progetto allo stadio iniziale.
Angelo Pollutri, Angelo Bucciarelli e gli altri promotori dell’alleanza di liste civiche vorrebbero che l’ingegnere e il suo movimento, Il Nuovo Faro (circa il 10% dei voti alle amministrative 2016), corresse insieme a loro. Contattato da Zonalocale, Laudazi ribadisce che il concetto è quello espresso giovedì scorso a Timeout [guarda il VIDEO] nel faccia a faccia con Gabriele Barisano, assessore socialista della Giunta Menna.
In oltre quattro anni, Laudazi ha fatto opposizione con il centrodestra ma, ora che si comincia a discutere delle elezioni 2021, chiarisce: “Il candidato sindaco deve uscire da un percorso, non imposto da un tavolo a cui non partecipiamo. Ci riserviamo di vedere cosa ha prodotto il tavolo e prendere le nostre decisioni. Non abbiamo paura di correre da soli e non abbiamo paura ad allearci con chi ci sta e condivide il nostro programma. Siamo certi di operare per l’azzeramento dell’amministrazione comunale. Adesso, dopo un quindicennio di questa sinistra, c’è bisogno che le persone progressiste illuminate dicano con chiarezza che con questo Pd non si può avere più niente a che fare e che vadano a vedere cosa sanno fare gli altri. Può darsi che tra questi altri ci sia anch’io”.
“Il Nuovo Faro – dice Laudazi parlando scorse elezioni – aveva presentato un progetto molto ambizioso per questa città, ma questo progetto non è stato ascoltato. Questo centrosinistra, che ha avuto regalata la città, si è preso il lusso di fare delle scelte che ci hanno messo fuori dal perimetro amministrativo. Un processo che abbiamo subito e che ci ha dato fastidio, soprattutto perché il nostro programma non abbiamo potuto realizzarlo. Quel programma molto ambiziono che rimane valido. Vedremo se nella città c’è la volontà di archiviare una fase che si è conclusa, quella di una sinistra ‘sinistra’ che, dopo 15 anni – attacca Laudazi – deve avere il coraggio di fare i conti con quello che ha prodotto: più miseria, cattivo funzionamento dei servizi, peggioramento della qualità della vita dei vastesi”.