“La sentenza del Tar che ha bocciato il parere favorevole comunale alla valutazione d’incidenza sul progetto Es.cal. è chiara e netta”. È quanto dichiara l’Arci Vasto in un comunicato, commentando l’esito del ricorso al Tar presentato da Legambiente e WWF contro il progetto dello stabilimento per la produzione di cemento a freddo a Punta Penna. [LEGGI]
“Il sindaco Menna e l’assessore Cianci hanno commentato, tornando a parlare di riconversione ecologica – proseguono -. Ora Comune e Regione passino a fatti concreti, da troppi anni sentiamo sempre le stesse parole e da troppi anni si ripetono sempre gli stessi conflitti. Sollevati e seguiti quasi sempre solo grazie all’incalzare e a documenti di associazioni e cittadini”.
“Nei giorni della sentenza, ancora una volta, sulla spiaggia di Punta Penna – tante volte declamata e orgogliosamente sbandierata dagli amministratori come cartolina della città – molte persone hanno lamentato cattivi odori. Queste segnalazioni si ripetono da tanti anni, anche in documenti ufficiali, come abbiamo riportato in un dossier del novembre 2017 e chi di dovere non ha mai accertato le cause in maniera documentata e agito di conseguenza”.
“La sentenza del Tar è netta e lineare – affermano -, basta inseguire progetti singoli e valutare in maniera spezzettata quanto accade: va valutato l’effetto cumulo di tutte le emissioni e di tutta l’area nel suo complesso e considerando che una fonte potrebbe anche essere di moderato inquinamento ma insieme ad altre fonti il quadro può diventare molto più grave. Le motivazioni del Tar sono le stesse di una precedente sentenza dell’aprile 2018 e, incredibilmente, allora fu bocciata una valutazione ambientale regionale impugnata dal Comune di Vasto. Il Comune sia quindi coerente e non riparta ogni volta dalla casella di partenza: mai più queste situazioni, si tenga conto di quanto i giudici hanno scritto due anni fa e ci sia una svolta nell’azione amministrativa e politica”.
“In ogni valutazione ambientale – sottolineano – va analizzata la totalità della qualità dell’aria e una volta per tutte devono essere messe in campo (concretamente e non solo nelle dichiarazioni politiche del momento) le azioni possibili per valutare tutte le emissioni, per conoscere e far conoscere ai cittadini cosa respirano e da dove vengono i cattivi odori”.
“Ci sono sentenze chiare anche sulla percezione di cattivi odori – spiegano -. La Corte di Cassazione, il 26 settembre 2012, ha emesso condanna per un impianto autorizzato alle emissioni e che non aveva superato i limiti tabellari di legge, mentre il 5 maggio 2014 il Tar Veneto ha sentenziato che il cattivo odore, anche se non è disciplinato in maniera specifica dal legislatore, è da considerarsi una forma di inquinamento atmosferico che può causare pesanti disagi per la qualità della vita e per l’ambiente”.