Preoccupato dalle “continue richieste di Cig”, il sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento Gianluca Castaldi scrive ai vertici della Nsg per fissare un incontro sulla Pilkington di San Salvo. Nella missiva che riportiamo di seguito, il senatore evidenzia le pesanti ricadute sociali che avrebbe lo spegnimento anche di un solo float dello stabilimento con la perdita di centinaia di posti di lavoro.
“Egregio Dott Fradgley, – scrive Castaldi – come conseguenza della pandemia, ultimamente ho notato problemi produttivi relativi all’impianto di San Salvo Pilkington-Nsg: le continue richieste di Cig sono un indicatore dello stato preoccupante dello stabilimento stesso.
So bene che le misure restrittive dovute al Covid-19 hanno causato la sospensione della produzione per circa il 40% delle imprese dell’industria del vetro. Il restante 60% del settore si trova nel frattempo ad affrontare una forte diminuzione generale della produzione (fonte: Assovetro). Durante un’audizione presso la Commissione Industria del Senato, Assovetro ha dichiarato che le imprese dell’industria del vetro sono costrette ad ‘affrontare costi ingenti per la mera preservazione degli impianti produttivi’.
[ant_dx]Se gli impianti venissero chiusi, sarebbero irrimediabilmente danneggiati, causando così una perdita di circa 2,5-3 miliardi di euro, di circa 27.000 posti di lavoro diretti o indiretti e di una capacità produttiva di 2,2 milioni di tonnellate di vetro, utilizzate attualmente nella filiera del Made in Italy, che diversamente dovrebbero essere essere importate.
Come hanno sottolineato le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil in un recente comunicato, ‘il gruppo Pilkington-Nsg ha tracciato un percorso efficace di resistenza a questa crisi, grazie ai lavoratori che, di fatto, hanno deciso attraverso i loro sacrifici personali di scegliere il proprio futuro. Tale percorso ha portato a un piano di investimenti rilevante, ma è ora messo a rischio’. Inoltre, ‘proprio in questo momento il gruppo Nsg possiede ventotto forni float nel mondo, la maggior parte dei quali, a causa dell’emergenza Covid, sta ora producendo spazzatura, causando così perdite economiche devastanti”.
I rischi a breve termine sono facilmente immaginabili, dal momento che le previsioni del mercato automobilistico indicano un calo significativo per molto tempo a venire. Il gruppo Nsg potrebbe anche rivedere le sue strategie, chiudendo alcuni float in tutto il mondo e questo scenario potrebbe ricadere anche sullo stabilimento di San Salvo.
Personalmente condivido la preoccupazione di preservare sia i posti di lavoro che la capacità produttiva dell’impianto: chiudere anche soltanto un float porterebbe a una catastrofe occupazionale sul nostro territorio di diverse centinaia di posti di lavoro. Le conseguenze andrebbero ad incidere in maniera diretta nel tessuto sociale, così fortemente legato allo stabilimento di San Salvo, Pilkington-Nsg, e porterebbero ad un impoverimento devastante della zona. Essendo questo il contesto in cui si svolge il processo decisionale, credo sia giunto il momento per NSG di condividere le proprie strategie per quanto riguarda l’Italia e in particolare San Salvo. In quest’ottica, chiedo gentilmente di organizzare un incontro per indagare sulle questioni sopra evidenziate e per offrire il mio personale contributo in tali problematiche”.