Diciassette richieste di rinvio a giudizio. Le ha formulate la Procura di Vasto per gli indagati dell’operazione Eterno riposo, con cui gli inquirenti ritengono di aver scoperto una sorta di gestione parallela del cimitero di Vasto.
Nell’ambito dell’indagine coordinata dal procuratore capo, Giampiero Di Florio, e condotta dagli agenti del Commissariato, agli ordini del vicequestore aggiunto Fabio Capaldo, il 4 luglio 2018 erano scattate le misure restrittive nei confronti di tre persone: Franco D’Ambrosio, Antonio Recinelli e Luisito Lategano, difesi dagli avvocati Antonino Cerella, Alessandro Orlando e Massimiliano Baccalà. Altre 14 erano indagate a piede libero [LEGGI].
La difesa ha sempre negato le accuse secondo cui i tre dipendenti comunali avrebbero chiesto somme di denaro agli utenti del cimitero per “le operazioni di inumazione, tumulazione, esumazione ed estumazione dei feretri”, avevano detto nella conferenza stampa del 4 luglio 2018 Di Florio e Capaldo insieme al commissario Rosetta Di Santo. Secondo la difesa, invece, si è trattato di semplici mance elargite dai familiari degli estinti per il lavoro eseguito dagli addetti municipali.
Ora sarà il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale, a decidere se le 17 persone coinvolte nell’indagine devono essere processate. L’udienza è fissata per il 19 novembre, a mezzogiorno, nell’aula gup, al piano terra del palazzo di giustizia.