L’esame di Stato non si scorda mai. La maturità è sicuramente il “rito di passaggio” che ha segnato, nel bene o nel male, la vita di tutti, il primo grande esame, impossibile da dimenticare, che segna l’ingresso nel mondo dell’università o in quello del lavoro. Un momento che sicuramente ricorderanno anche i maturandi di questo 2020, protagonisti di una prova rivisitata per far fronte all’emergenza sanitaria.
A loro sono senza dubbio mancati alcuni dei momenti emblematici dell’anno conclusivo delle scuole superiori: l’ultima assemblea, il Mak P 100, la gita del quinto, l’ultimo anno con i compagni con cui sono cresciuti sono alcune delle cose che i maturandi di quest’anno scolastico forse rimpiangeranno di più. Roberta e Marianna, studentesse del Liceo Linguistico “Romualdo Pantini” di Vasto, ci hanno parlato del loro esame di maturità al termine di un insolito anno scolastico.
“È andata bene – dice Roberta – i professori ci hanno permesso di gestire al meglio l’esame e ci sono venuti incontro, è stato più semplice di quanto mi aspettassi. L’elaborato che abbiamo presentato partiva dall’analisi di due testi, uno in francese e l’altro in spagnolo. Il primo era un testo sull’inquinamento, che rispecchia anche il nostro percorso scolastico, visto che abbiamo partecipato a molte manifestazioni sull’ambiente, ad esempio il Fridays for Future dello scorso ottobre”.
“Appena sono arrivata mi sembrava di non ricordare nulla, poi è andato tutto bene – afferma Marianna -. L’esame è stato più semplice del previsto, i professori e il presidente sono stati bravissimi, sono riusciti a trasmettermi tranquillità e a mettermi a mio agio”.
Come avete vissuto l’assenza da scuola e questi mesi di didattica a distanza?
“Personalmente l’ho vissuta male, perché la nostra è stata una classe molto unita per 5 anni – spiega Roberta -. Conoscevo alcuni dei miei compagni dalle scuole elementari, quindi è stato difficile stare lontani. Però li ho sentiti molto vicini, anzi penso che per certi versi siamo stati più vicini e ci siamo aiutati molto di più durante gli ultimi mesi, che quando eravamo a scuola. Paradossalmente questa esperienza ci ha legati ancora di più, ha fortificato il nostro rapporto“.
“La didattica a distanza non mi è piaciuta – dichiara Marianna -. Ha sicuramente dei lati positivi, magari consente di organizzare meglio gli impegni, però ho avuto alcune difficoltà con delle materie, ad esempio con il francese, per le pronunce. Sicuramente avrei preferito le lezioni in presenza. I professori ci hanno dato la loro piena disponibilità e anche quando le lezioni sono finite ci hanno detto di contattarli per qualsiasi cosa”.
Com’è stato tornare a scuola dopo questi 4 mesi? Quanto è stato importante per voi sostenere l’esame in presenza?
“Sono stata contenta di rivedere i professori – afferma Roberta -, la scuola mi era mancata e penso che mi mancherà anche in futuro. Questi 5 anni per me sono stati un’esperienza formativa molto soddisfacente. Penso che sia stato molto importante fare l’esame in presenza, anche a livello emotivo. Credo che sostenerlo on-line mi avrebbe trasmesso più ansia, invece qui ho avuto la possibilità di interagire con i professori e di vedere le loro reazioni”.
“La scuola mi è mancata, è stato emozionante tornare per sostenere l’esame – sostiene Marianna –. Poter svolgere la prova in presenza è stato molto importante perchè i docenti sono riusciti a rassicurarmi, ed è stato molto bello rivederli”.
E sul loro futuro, Roberta e Marianna hanno le idee chiare, tutte e due intendono portare avanti il percorso iniziato alle scuole superiori.
“L’anno prossimo vorrei iscrivermi alla facoltà di Lingue e culture straniere a Bologna – dice Roberta -. Per quanto riguarda la frequenza, so che l’università resterà chiusa almeno fino a gennaio e che successivamente ci sarà la possibilità di seguire lezioni ‘ibride’, a distanza o in presenza”.
“Mi piacerebbe iscrivermi alla facoltà di Mediazione linguistica e vorrei studiare l’arabo, la trovo una lingua molto interessante – spiega Marianna –. Non so ancora dove andrò a studiare ma mi piacerebbe frequentare un’università nel Nord Italia”.
Anche per gli insegnanti questo è stato un anno diverso dal solito, in cui hanno sperimentato nuove modalità di insegnamento più o meno conosciute. Abbiamo chiesto a Loredana Ardini, docente di lingua e cultura inglese e a Maria Antonietta Rossi Finarelli, insegnante di lingua e cultura francese, un bilancio dell’anno appena concluso e un parere sulle linee guida per la riapertura che ipotizzano, tra le altre cose, l’integrazione di didattica a distanza e in presenza.
Com’è andato questo anno scolastico?
“Per fare un bilancio di quest’anno scolastico, considerata la situazione, penso che abbiamo fatto un grande lavoro – dichiara Loredana Ardini -. I ragazzi sono arrivati all’esame tranquilli, sereni, preparati e interessati, da parte loro c’è stata una grande assunzione di senso di responsabilità. Devo dire che noi docenti abbiamo fatto un grande sforzo per stargli vicino e per cercare anche di aiutarli a capire la nuova forma di esame che chiaramente ha preso tutti quanti un po’ di sorpresa. Ci sono stati vari cambiamenti, e fino a poco tempo prima le idee in merito allo svolgimento dell’esame non erano poi così chiare. Sicuramente c’è stata un po’ di tensione e ci auguriamo che per il futuro le decisioni possano essere prese con debito anticipo e in maniera chiara perché quello che forse è mancato è stato proprio avere delle linee guida chiare su come gestire le situazioni”.
Secondo Maria Antonietta Rossi Finarelli “l’emergenza ha reso i ragazzi, per certi versi, più maturi, consapevoli del problema e ha dato loro modo di imparare a fare tesoro del tempo che avevano a disposizione per lavorare. Sicuramente l’esame è stato il più semplice possibile, è stata creata una modalità che mettesse gli studenti a loro agio, quella della preparazione degli elaborati a casa. Si sono create le condizioni per permettere ai ragazzi di lavorare al meglio, quindi siamo contenti che sia andata così”.
Quanto è stato importante dare la possibilità agli studenti, e a voi insegnanti, di svolgere l’esame di maturità in presenza?
“Fare l’esame in presenza e tornare a scuola è stato molto importante per i ragazzi – afferma la professoressa Ardini -, alcuni di loro hanno detto che tornare a scuola è stato emozionante e lo è stato anche per noi docenti. Gli alunni hanno sentito la mancanza del contatto con gli insegnanti e penso che la didattica in presenza non possa essere assolutamente sostituita“.
Sono state rese note in questi giorni le linee guida del ministero dell’Istruzione per il rientro a scuola previsto per il 14 settembre. Cosa pensate delle proposte del Miur?
“Credo che aspetteremo la stesura definitiva, perché probabilmente le cose cambieranno – sostiene la Ardini -. Chiaramente la priorità è tutelare la salute pubblica e, partendo da questo presupposto, tutto il resto viene dopo. Se dobbiamo parlare asetticamente, penso che la didattica a distanza potrebbe essere un utile complemento della didattica in presenza, quindi l’aver studiato delle piattaforme e aver avuto la possibilità, per esempio, di scaricare dei materiali da poter far visionare ai ragazzi e su cui discutere in seguito può essere sicuramente utile. In realtà questo è un metodo che molti di noi avevano già cominciato ad utilizzare, io personalmente utilizzo la piattaforma dal 2012, ed è uno strumento che effettivamente offre parecchi vantaggi a livello pratico, come la possibilità di eliminare fotocopie e il far avere subito materiali ai ragazzi che possono consultarli prima delle lezioni per poi discuterne e interagire con l’insegnante. Penso che sia qualcosa che arricchisce la didattica ma che non può assolutamente sostituire la didattica in presenza”.