La diga al massimo della capienza autorizzata probabilmente non si vedeva da tempo. Nell’invaso di Chiauci sono immagazzinati attualmente 4 milioni di metri cubi d’acqua. Durante l’emergenza legata al Covid-19 sono stati completati diversi step finanziati dai masterplan di Abruzzo e Molise e dal fondo Sviluppo e coesione. Interventi attesi da anni che oggi permettono di avere una riserva importantissima: quest’acqua, oltre a dissetare le colture della valle del Trigno, alimenta infatti San Salvo (la zona industriale e la marina) e Vasto Marina. Basti ricordare che solo un paio di anni fa, ad esempio, c’è stato bisogno dell’intervento delle autobotti per consentire la piena operatività della Pilkington.
Come detto, durante i due mesi e mezzo di blocco totale i lavori finanziati dal masterplan Abruzzo non si sono fermati: è stato portato a termine e collaudato il revamping delle paratoie dello scarico di fondo della diga e conclusi gli interventi richiesti, come prescrizioni, dall’ufficio Dighe del Mit, cioè gli interventi sull’ammasso roccioso e sulla strada circumlacuale.
La diga, quando saranno terminati tutti gli interventi, punta a raggiungere una capienza massima di 14 milioni di metri cubi d’acqua. A fere il punto è il commissario del Consorzio di Bonifica Sud, Michele Modesti, succeduto nel febbraio scorso a Franco Amicone: “Ad oggi la diga ha accumulato il massimo volume idrico finora autorizzato nella fase di invasi sperimentali dall’Ufficio per le Dighe del ministero delle Infrastrutture. Sono in corso di implementazione gli studi integrativi per la rivalutazione sismica della diga, unitamente all’aggiornamento degli studi sulla propagazione dell’onda di piena e stiamo procedendo allo svolgimento dell’iter previsto per gli invasi sperimentali per condurre la diga al collaudo tecnico funzionale e al regime di regolare esercizio e massimo invaso. Nonostante le quotidiane difficoltà gestionali dovute alla difficile situazione finanziaria dell’ente e alla scarsità delle risorse umane a disposizione la struttura tecnica del consorzio ha continuato a lavorare per assicurare l’attuazione dei progetti”.
Qualche giorno fa, il Pd provinciale aveva chiesto chiarezza sullo stato d’avanzamento dei lavori [LEGGI]. Modesti, replica anche su questo punto: “La diga di Chiauci non ha alcuna funzione di supporto/alimentazione delle infrastrutture idriche deputate a soddisfare le domanda di acqua potabile correlate alla gestione della Sasi, ma esclusivamente quella di soddisfare il fabbisogno irriguo e, in parte, industriale/potabile nel territorio di competenza (Abruzzese e Molisano), la cui gestione è integralmente in capo ad Arap. Pertanto, nessuna inefficienza della rete idrica di distribuzione di competenza della Sasi né la carenza di acqua potabile di competenza della stessa società in determinati periodi dell’anno possono essere attribuite all’invaso. In assenza di reti di interconnessione con le reti di competenza Sasi e specifici potabilizzatori, ad oggi non esistenti, non è possibile utilizzare, attualmente, le acque di Chiauci per usi potabili”.
Per quanto gran parte del resto del territorio, lo spauracchio dei rubinetti a secco è però sempre vivo. Le sorgenti al minimo storico e l’annosa perdita di acqua per strada (a Vasto il 70% della risorsa idrica) fa temere il peggio. La Sasi ha annunciato che entro il 31 luglio completerà i lavori di ricerca delle perdite e di sostituzione delle tubature più vecchie per 3 milioni e 100mila euro.
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