Lavoratori ancora in stato di agitazione al carcere di Vasto. A prendere nuovamente posizione è la segreteria regionale dell’Osapp, una delle sigle sindacali ddella polizia penitenziaria, che parla esplicitamente di imposizione.
L’organizzazione chiede la convocazione a breve di un tavolo di confronto anche perché, come si può leggere nella lettera inviata al provveditore Carmelo Cantone e alle altre istituzioni del territorio, la decisione di trasferire nella struttura di via Torre Sinello tutti i nuovi arrestati d’Abruzzo per due settimane di osservazione anti Covid-19, sta comportando una riorganizzazione del lavoro che sottintende necessariamente un confronto tra le parti. La scorsa settimana una delegazione di lavoratori ha incontrato la consigliera regionale della Lega, Sabrina Bocchino, che cercherà di dar voce alla protesta degli agenti.
La lettera
Signor Provveditore, mi rivolgo a Lei per l’ennesima volta in quest’ultimi giorni, e lo faccio come mio solito con spirito costruttivo. Capisco che qualche volta posso sembrare sarcastico o scontroso, ma le posso garantire che sono animato da sincero rispetto per le regole e sincero rispetto per il personale di Polizia che io rappresento.
Sono stato costretto a fare questa premessa, perché ciò che vado poi a scrivere può dare adito a errate interpretazioni, che non hanno modo d’essere.
Dopo la brutta esperienza di Pescara, reparto Covid, che pareva si fosse conclusa con una riunione, nella quale lo scrivente aveva inteso che lei aveva capito e accettato l’idea di costruire un dialogo con le parti sociali, ci si trova di colpo di nuovo proiettati in uno scontro tra le forze sindacali e il personale da una parte, e lei dall’altra.
[ant_dx]Naturalmente queste situazioni generano tensioni crescenti che portano a un disinnamorarsi del personale nei confronti del proprio lavoro, che è la cosa peggiore che possa capitare in un ambiente dove oltre alle regole, conta l’impegno profuso da parte di tutti gli attori in campo. Lo scrivente non si capacità del perché un Dirigente così esperto abbia voluto creare una tale situazione!.
Naturalmente, la decisione unilaterale adottata da lei circa il trasferimento di tutti gli arrestati d’Abruzzo nella sede di Vasto, già bastava per creare una frattura, non tanto per la decisione, che noi comunque contestiamo, ma sopratutto per le modalità. Si quella modalità che oramai è desueta, per i giovani poliziotti, e incomprensibile per gli anziani, con una parola, imposizione.
Errore che oltre a colpire la polizia penitenziaria, colpisce anche un intero territorio perché mi permetto di ricordare che le norme che istituiscono il Provveditorato quale Ufficio di dirigenza generale le impongono di porsi come interlocutore anche con gli enti territoriali (capitolo 4 nota gap 0206745-2012), e lo scrivente ritiene che un territorio che vede cambiare lo status dell’istituto ivi presente, da Casa Lavoro a Casa Lavoro con annessa sezione Quarantena Covid (quindi rischi salute) ha diritto di essere informato.
Cosa che da quando appreso da organi di informazione pare non sia successo, nemmeno con note di carattere informale, che non si negano neanche nelle situazioni di buon vicinato.
Questa situazione surreale, che ha visto i colleghi presenti in servizio proiettati in un nuovo incarico, sicuramente diverso da quello che svolgevano fino al giorno prima, per una serie di fattori, secondo lo scrivente configura un chiaro esempio di modifica dell’organizzazione del lavoro, pertanto non attuabile senza preventivo confronto con le OO.SS.
Non bastasse ciò, pare che le cose siano già dopo pochi giorni già cambiate.
Naturalmente, rifacendo lo stesso errore di “imporre”, non si sa alla luce di quali eventi occorsi, giungono notizie, che Lei ha deciso di sostituire alla Sezione Quarantena Covid una sezione piena di detenuti provenienti da altro istituto dove all’insaputa di tutti arriveranno i detenuti arrestati di tutto Abruzzo, attualmente dislocati a Vasto!!!!.
Sembra di vivere in un gioco, con la particolarità che tutti gli attori in campo sono vittime. Vittime di una non informazione, vittime di una disorganizzazione,· vittime della burocrazia. Voglio solo fare un ridotto elenco di ciò che una riunione fra le parti in causa avrebbe evidenziato: Lei sa benissimo delle carenze di Vasto, e sa benissimo che Vasto è un piccolo Istituto, e sa benissimo che le carenze in un piccolo istituto sono a percentuali uguali più gravi se i numeri sono bassi (quindi richiesta di uomini).
Sa benissimo che il decreto istitutivo di Casa Lavoro ha portato Vasto a diventare uno dei due unici centri in Italia per gli Internati, con una difficile gestione tra il circuito internati e altri circuiti, causa anche la dislocazione e disposizione delle aree interne (quindi richiesta di telecamere, automatismi ecc.). Sa benissimo dell’età media dei poliziotti penitenziari presenti a Vasto (personale giovane). Sa benissimo delle carenze di mezzi e di uomini del locale nucleo traduzioni e piantonamenti (personale e mezzi). Sa benissimo della carenza di uomini negli uffici Matricola, Comando e questo cosa comporta in caso di aumento significativo e repentino di detenuti. Sa benissimo che tutto questo porta a una modifica sostanziale dei carichi di lavoro e quindi sa benissimo che il primo passaggio da fare è quello con i sindacati, ascoltando anche le loro proposte.
Le stesse cose che vorremmo dirle nell’incontro che spero lei fissi prestissimo, perché se è vero o no che ci sia una modifica, le problematiche non cambiano.
Naturalmente noi siamo pronti a un incontro con lei per esporre tutte le nostre perplessità e motivazioni, ed eventuali richieste. Ma altresì senza indugio alcuno siamo pronti con l’aiuto del territorio e dei suoi rappresentanti a intraprendere azioni che diano la giusta visibilità presso gli organi superiori delle problematiche esposte qualora lei opponesse un diniego a tale richiesta.
Nel rispetto dell’uomo e del dirigente e della sua storia, mi preme sottolineare che il concetto sopra esposto nulla a che fare con la parola minaccia ma è un rispettoso tendere la mano per raggiungere l’obiettivo di trovare un incontro, nel rispetto del personale che a Vasto in questi anni ha portato avanti sempre e comunque, l’immagine della Giustizia.
In attesa che lei confermi l’incontro, ricordiamo che il personale in dissenso a quanto da lei imposto continua con lo stato di agitazione con l’astensione dalla fruizione della mensa ordinaria di servizio. Cordiali saluti.