Se negli ultimi mesi è stato possibile continuare a celebrare i matrimoni civili – sia durante la fase più critica dell’emergenza Coronavirus che nella fase 2 – la stop alla partecipazione dei fedeli nelle cerimonie religiose, terminato il 18 maggio, ha costretto più di qualche coppia di sposi a rivedere i loro piani. Oggi, nella concattedrale di San Giuseppe, Chiara Di Croce e Giulio Rossi sono riusciti a coronare il loro sogno d’amore.
I due giovani vastesi che vivono e lavorano fuori città, Chiara a Voghera e Giulio in Germania, hanno detto il loro “sì” per sempre nella cerimonia presieduta da Don Gianfranco Travaglini. Tra presenze “contingentate” in chiesa e nel momento di festa, distanze e mascherine per parenti e amici, il loro è stato un matrimonio sicuramente diverso da come lo avevano immaginato mesi fa ma non per questo meno intenso ed emozionante.
Cosa avete provato quando è iniziato il lockdown, sapendo che dopo qualche mese sarebbe arrivato il giorno del vostro matrimonio?
Chiara – Inizialmente ho pensato che il lockdown si sarebbe concluso prima del nostro matrimonio. Quando ho capito che la cosa era seria, mi sono resa conto che il nostro matrimonio sarebbe stato sicuramente diverso rispetto a tutti quelli celebrati finora.
Giulio – Non ho mai avuto seriamente paura che il matrimonio non si facesse. Sapevo, però, che avremmo dovuto affrontare più difficoltà per i preparativi.
Avete pensato di rimandare il matrimonio o siete stati sempre convinti su questa data?
Chiara – Siamo sempre stati convinti di volerci sposare entro quest’estate, virus o non virus. Avevamo ipotizzato uno slittamento di qualche settimana, in attesa che la situazione migliorasse.
Giulio – No. Solo nel caso in cui non fosse stata consentita la presenza dei genitori avremmo rinviato di qualche settimana al massimo
Come avete vissuto questi mesi?
Chiara – Questi mesi sono stati duri a livello psicologico. L’evolversi della pandemia è stata come una spirale soffocante: tante preoccupazioni, soprattutto per le nostre famiglie lontane, e le settimane che ci separavano dalla data del matrimonio che scorrevano tutte uguali.
Giulio – Ho provato molto dispiacere nel vedere l’Italia in lockdown. È stato strano e quasi surreale rimanere bloccato in un paese estero senza avere alcuna possibilità di rientrare nel suolo natio e rivedere i propri cari. Ho cercato di essere paziente.
Come sono stati i preparativi?
Chiara – Quando abbiamo appurato che le nuove disposizioni per le celebrazioni in chiesa consentivano anche la presenza delle nostre famiglie, ci siamo subito mossi per riprendere tutti i preparativi lasciati in sospeso da mesi. Il tempo a disposizione non è stato molto per cui abbiamo dovuto riorganizzare tutto in poche settimane.
Giulio – È stato divertente in un certo senso vedere come, nonostante l’emergenza, siamo riusciti a fare tutto e direi anche molto bene. Improvvisare fa parte della mia filosofia di vita e anche in questo caso è stato così. La storia di come ho organizzato il viaggio per tornare, con tanti problemi burocratici e anche per trovare un mezzo di trasporto consentito dalla legge potrebbe essere la sceneggiatura di un film per quanto e stata bella e avventurosa. Ma, appunto, ci tenevano a sposarci ora e per questo non ci siamo mai arresi.
Sentite che fare un passo così importante dopo mesi complicati per tutti abbia un valore speciale?
Chiara – Sì, assolutamente. Secondo me è un grande segno di speranza, non solo per noi e per i nostri cari ma anche per la gente. Noi abbiamo sempre messo al primo posto il matrimonio come sacramento, tutto il resto sarebbe stato secondario.
Giulio – Certo. Siamo stati caparbi e abbiamo messo al primo posto il valore del sacramento del matrimonio in sè. Questo era per noi l’aspetto più importante. È un po’ come dire che l’amore e la vita sbocciano di nuovo. Noi i nostri familiari e gli amici siamo molto felici.
Quali sono gli aspetti speciali che avete dovuto considerare?
Chiara – Abbiamo dovuto invitare solo una cerchia ristretta di persone e rinunciare anche a molte altre cose, ma per noi la presenza delle nostre famiglie in questo giorno così importante è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Tanti amici ci stanno facendo sentire il loro affetto, pur stando lontani, e siamo felici di questo. Tutte le piccole rinunce saranno sicuramente compensate dalla grande gioia di giorno.
Giulio – Sì, ci saranno meno invitati per ovvi motivi di rispetto delle norme. Ma tutti ci sono stati vicini col cuore.