A suo carico aveva un mandato di cattura internazionale emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello de L’Aquila, su impulso dei Carabinieri di Vasto e di Montesilvano che è stato eseguito nelle prime ore dello scorso 26 maggio Valona-Vlore, in Albania. Bubeqi Ergust, albanese, classe ‘83, pluripregiudicato, condannato in via definitiva alla pena di 9 anni e 10 mesi di reclusione per sfruttamento della prostituzione e spaccio di stupefacenti, è stato arrestato dalla polizia albanese, in raccordo con le forze dell’ordine italiane.
“Il condannato – spiega una nota congiunta del maggiore Amedeo Consalese e del capitano Luca La Verghetta – era ben noto alle forze dell’ordine anche in considerazione di atti ostili ai controlli di polizia che ha posto in essere in una circostanza. Già nel 2008, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Pescara, nell’operazione Carpe Diem, sotto la guida della Procura Distrettuale Antimafia de L’Aquila, avevano tratto in arresto il Bubeqi insieme ad altri 27 soggetti, in qualità di membro operativo di un esteso sodalizio criminale composto da oltre 60 soggetti, tra nomadi di estrazione rom e albanesi gravitanti sul litorale adriatico abruzzese. Questi avevano stretto un vero e proprio patto d’acciaio per la gestione dei flussi del traffico di stupefacenti provenienti dall’estero fino in Abruzzo e poi rivenduti su tutto il territorio italiano“.
Nel 2018 la Corte d’Appello di L’Aquila condannava il soggetto a 9 anni e 10 mesi di reclusione in carcere per sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti. “Al momento dell’esecuzione del provvedimento tuttavia, Bubeqi si rendeva irreperibile ad ogni tentativo di rintraccio. Gli elementi investigativi acquisiti hanno consentito ai carabinieri di Vasto e Montesilvano di ricostruire il percorso di fuga intrapreso dal catturando che, mediante l’utilizzo di documenti falsi, si è trasferito dapprima in Belgio e successivamente ha fatto rientro in Albania dove ha legittimamente cambiato il cognome prendendo quello della moglie rumena, abitante in San Salvo”.
[ads_dx]L’attività investigativa di ricostruzione dei suoi spostamenti “ha permesso quindi di inoltrare richiesta di internazionalizzazione del provvedimento restrittivo alla Procura Generale della Repubblica dell’Aquila che, concordando sugli elementi emersi, ha immediatamente emesso Mandato di Arresto Europeo estendendo le ricerche in campo internazionale anche fuori area dei Paesi aderenti al Trattato di Schengen coinvolgendo di conseguenza il Ministero della Giustizia e il Servizio Interpol.
Ottenuta l’autorizzazione alla diffusione internazionale delle ricerche, in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza a Tirana, il collaterale organo di Polizia albanese, in costante contatto con i Carabinieri di Vasto e di Montesilvano, provvedeva a localizzare e a dare esecuzione all’arresto provvisorio del latitante in attesa di estradizione in Italia dove dovrà scontare il resto della pena inflitta per i fatti di cui è accusato”.