Un nuovo pezzo che si aggiunge al mosaico dell’ospedale “San Pio” di Vasto: stamattina i rappresentanti della Pilkington di San Salvo hanno consegnato al direttore Angelo Muraglia e alle dott.sse Francesca Tana, Paola Acquarola e Maria Amato un impianto di respirazione assistita per la Rianimazione completo degli elementi di compressione e stabilizzazione dei flussi di respirazione e sistemi di dosaggio dei medicinali.
La donazione è il nuovo frutto della raccolta fondi lanciata dall’attività sansalvese che, grazie alla generosità dei contributori, sta arricchendo il presidio ospedaliero con nuova strumentazione (installata, tra l’altro, con un contratto che la vincola alla struttura di Vasto). “Nonostante fronteggiamo i rischi della pandemia sanitaria e ancor più della pandemia economica che ogni giorno viene a presentarti il conto il treno della Solidarietà continua imperterrito il suo cammino – dice il presidente della Pilkington, Graziano Marcovecchio – Ho ricordato al direttore generale della Asl Lanciano Chieti Vasto, Thomas Schael, che ha espresso apprezzato assenso e promessa, che le macchine di Formula Uno vincono solo se hanno valenti piloti. I concorsi in atto porteranno al presidio vastese altri super guidatori per queste monoposto di valore. Un altro pezzo del mosaico va a comporsi: gli stupendi bambini della comunità di Carunchio che hanno promosso e aderito nel loro borgo alla nostra iniziativa, hanno dato il loro titolo: Un dono che vale un respiro. Sono sicuro che tutti i donatori di questo progetto saranno felici di raccogliere il senso che questa piccola nostra iniziativa vuole significare, e cioè quel senso di Comunità che cammina assieme, un valore che questi bimbi hanno colto a pieno. Il puzzle è però ancora incompleto e attendiamo con gioia i prossimi pezzi”.
[ant_dx]Comprensibile la soddisfazione degli operatori del presidio e del direttore sanitario della Asl, Angelo Muraglia, che commenta così: “Per l’ospedale di Vasto va individuata una vocazione strategica nell’ambito della programmazione regionale e aziendale coerente con le condizioni del territorio, delle tendenze socio-demografiche, epidemiologiche ed economiche della nostra area. Penso a un modello organizzativo orientato ad avere ambizioni per nutrire i professionisti e dare vita a un progetto di sviluppo condiviso che sia prototipo per il contesto socio-sanitario aziendale”.