Incertezza. E anche irritazione. Per i balneatori è un momento in cui i dubbi si intrecciano con la voglia di ricominciare. I provvedimenti annunciati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non sciolgono i nodi in vista della riapertura
“È un decreto che non dice nulla, per questo noi balneatori iscritti alla Fab Cna, che raggruppa la maggior parte dei concessionari vastesi, siamo arrabbiati col Governo”, dice Massimo Di Lorenzo.
“Non dice nulla sulle distanze tra gli ombrelloni, né sui percorsi differenziati: probabilmente dovremo fare passerelle distinte per l’ingresso e l’uscita dei clienti, ma anche per i fornitori. Non sarà semplice, ma vogliamo impegnarci a farlo. Ci servono regole anche per dare riferimenti ai clienti, che cominciano a telefonarci per chiedere informazioni e prenotare gli ombrelloni, ma non sappiamo se potremo garantire loro la stessa fila e la stessa posizione. Il 90% della nostra clientela è costituito da vastesi, l’altro 10% da persone che prendono le case in affitto, mentre i clienti degli hotel hanno a disposizione le spiagge private degli alberghi. Insomma, dobbiamo avere una metodologia di lavoro, perché è angosciante non sapere come muoversi. Abbiamo la possibilità di fare le manutenzioni, quindi anche oggi siamo qui in spiaggia a svolgere il lavoro che, negli anni scorsi, era di routine. Ma in base a quali criteri dobbiamo lavorare?”.
I problemi – I costi lievitano e gli incassi sono destinati a diminuire. E di molto. “Il primo problema – sottolinea Di Lorenzo – è quello delle distanze. L’ordinanza balneare già prevede un minimo di due metri tra un ombrellone e l’altro. Nel mio lido ho 300 ombrelloni, ma non so ancora quanti ne potrò mettere quest’anno e come li dovrò disporre. Faccio un’ipotesi: dovrò dimezzare il numero degli ombrelloni (senza poter installare gli hawaiani, perché bisogna evitare assembramenti), assicurare la presenza giornaliera di almeno uno steward per garantire le distanze di sicurezza ed evitare incroci all’ingresso e all’uscita, predisporre il servizio in spiaggia e non al bancone, oltre alla sanificazione giornaliera. Per fare tutto questo, servirà più personale. Quindi i costi aumenteranno e gli incassi, volendo fare una previsione ottimistica, saranno dimezzati. Il rischio è che convenga più stare chiusi che aprire. Perciò abbiamo chiesto di sospendere per quest’anno i parcheggi a pagamento e il canone demaniale. Servono regole precise per noi e per dare certezze ai clienti”.