Una scelta responsabile. Così il Pd di Vasto risponde al segretario cittadino di Fratelli d’Italia, Marco di Michele Marisi, che accusa il sindaco di essersi opposto alla trasformazione dell’ospedale San Pio in un Covid hospital. In questo modo, secondo l’esponente di FdI, il personale avrebbe avuto tutte le protezioni necessarie a evitare contagi. Sono 26, tra medici e infermieri, i sanitari risultati positivi al coronavirus.
“Non è questa trasformazione – ribatte il Pd vastese – che avrebbe garantito la sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti, ma l’immediata messa a sistema dei protocolli si sicurezza: corsie differenziate, separazione degli spazi, fornitura di Dpi (dispositivi di protezione individuale, n.d.r.) a tutto il personale sanitario”.
Poi i dem passano al contrattacco: “Se il segretario locale di FdI, Di Michele Marisi, vuole davvero dare una mano alla sua città farebbe bene ad alzare la voce su chi ha davvero il potere di cambiare le cose e ricordare al Governo Regionale che manca una vera mappatura del contagio, visti gli intollerabili ritardi nell’analisi dei tamponi, sia per il personale sanitario come per tutti i cittadini a rischio, per i quali i medici di famiglia hanno richiesto tamponi urgenti”.
Il Partito democratico rilancia la patata bollente agli avversari: “Ci fa piacere – si legge in una nota diramata da Marco Marra – che finalmente Fratelli d’Italia si sia accorto che esiste un emergenza sanitaria nell’ospedale San Pio di Vasto, e che il personale sanitario vive profonde incertezze sulla tutela della propria salute, come tutti gli utenti che per svariate ragioni di salute non possono fare a meno
di frequentare il nosocomio di Vasto, vista la mancanza di tutti i protocolli necessari a evitare contagi e la creazione di pericolosi focolai.
Ma pur avendo un canale politico diretto con il Governatore della Regione Abruzzo Marsilio, decide di spostare l’attenzione sulla scelta del sindaco di opporsi alla trasformazione del San Pio in Covid Hospital. Una scelta assolutamente responsabile: l’ospedale di Vasto eroga funzioni di Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione, n.d.r.) di I livello in una zona di confine (ricordiamo che, all’epoca di questa
scellerata ipotesi della Regione, l’ospedale di Termoli era stato chiuso) e la sua trasformazione avrebbe comportato enormi disagi a tutti i pazienti che necessitano di cure specifiche e che l’ospedale di Vasto è in grado di garantire. Una scelta che tra l’altro è risultata in contraddizione tra il Governo Regionale che voleva questa scellerata trasformazione e la stessa Asl Lanciano-Vasto-Chieti che, attraverso il suo direttore Schael, dichiarava che ‘Vasto non può essere identificato esclusivamente come Covid Hospital poiché eroga funzioni di Dea di I livello in una zona di confine, con prestazioni rientranti tra quelle tempo-dipendenti'”.
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