Di cosa parliamo – Sarà una ripartenza molto lenta e graduale, quella delle attrività produttive dopo quasi due mesi di lockdown. Rispetto alle indiscrezioni dei giorni scorsi, la fase 2 dell’emergenza coronavirus prevede norme più restrittive, che allontanano al 18 maggio la data di riapertura dei negozi al dettaglio e al 1° giugno l’avvio della stagione turistica con la riapertura di bar e ristoranti (salvo l’acquisto di cibo da asporto, in Abruzzo già possibile dal 24 aprile, in base all’ordinanza regionale che ha anticipato il decreto nazionale).
Zonalocale è andata a chiedere a commercianti e imprenditori cosa ne pensano delle nuove regole annunciate ieri dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, come stanno vivendo queste settimane di chiusura e cosa si aspettano da una stagione balneare su cui restano ancora molte incognite, vista l’assenza di indicazioni sul distanziamento sociale e su come dovranno essere svolte le attività nei locali che somministrano cibo e bevande, ma anche negli stabilimenti balneari.
VASTO – “Noi potremo ripartire il 18 maggio, come il commercio al dettaglio. Per me, la data è giusta”, però “per tutti i pagamenti, quindi bollette, affitti e tasse, andrebbe fatta una moratoria di almeno sei mesi e, in alcuni casi, di un anno. Congelare le scadenze dei pagamenti, escluse le forniture, altrimenti si bloccherebbe il sistema”.
Marcello Barone ha le idee chiare su come andrebbe riavviato il motore spento del commercio. Lui e sua sorella Laura gestiscono nella Vasto antica dal 1989 la loro storica pizzeria al taglio, fondata dal papà nel 1967. Mai la porta era rimasta chiusa per così tanto tempo.
“L’attesa per la fase due la viviamo con molti interrogativi su come sarà la giornata lavorativa e quali saranno le abitudini che, per forza di cose, dovranno essere diverse perché cambieranno tempi e modi della vita di relazione, viste le attività sportive non regolari, le scuole chiuse e i centri commerciali un po’ off-limits”, racconta.
Al rientro, bisognerà fare i conti con zero guadagni e tante scadenze: “Essere rimasti due mesi fermi ci farà ritrovare canoni d’affitto da pagare, fornitori da saldare in tempi e modalità da stabilire, utenze vecchie e nuove e tasse da pagare”, ma “il lavoratore autonomo ha la speranza nel Dna. Sempre. Altrimenti chiuderebbe alla prima difficoltà”.
“Precauzioni? Sì, devono esserci, ma senza eccessi. È positivo il fatto che andiamo incontro all’estate, per cui stare all’aperto crea meno problemi del ripartire stando al chiuso”. S
fondamentale poter ampliare gli spazi su cui mettere sedie e tavolini all’aperto. Senza, però, svenarsi con la Tosap, la tassa sull’occupazione di spazi e aree pubbliche: “Mi auguro – auspica Barone – di avere all’esterno il doppio dello spazio pagando la stessa cifra degli scorsi anni, in modo da poter accontentare il medesimo numero di clienti. Un’ultima riflessione: quali manifestazioni, seppur poche – chiede – si potranno fare nella prossima estate?”. Domanda, al momento, senza risposta.