Ripartire da più spazi all’aperto per tenere distanziati i clienti e garantire la lontananza anti contagio. Ma le incertezze rimangono molte. L’attesa è carica di incognite e preoccupazioni. La riapertura del 4 maggio non sarà certo una passeggiata. Anche perché i commercianti non sanno ancora quali regole dovranno rispettare per poter tornare ad alzare le saracinesche dopo due mesi di stop che significano niente incasso, ma bollette e affitto da pagare.
Già dopo Pasqua esercenti e operatori turistici avevano mostrato tutta la loro preoccupazione. Lo avevano fatto attraverso i presidenti dei consorzi Vasto in Centro e Vivere Vasto Marina, Marco Corvino e Piergiorgio Molino, in una lettera congiunta rivolta ai rappresentanti politici vastesi delle istituzioni politiche nazionali e locali, dal Governo al Comune, passando per Parlamento e Regione. Chiare le richieste: congelare il pagamento di tutte le tasse, sospendere gli affitti, assicurare un’indennità di disoccupazione ai lavoratori del turismo e del commercio e istituire un microcredito per le imprese fiaccate da due mesi di stop e dalla prospettiva di un’estate durissima [LEGGI].
“Tutte le proposte che avevamo avanzato in Consiglio comunale sono state bocciate dalla maggioranza di centrosinistra”, protesta dall’opposizione Edmondo Laudazi, leader della lista civica Il Nuovo Faro. “Avevamo chiesto, in via transitoria, di aumentare gli spazi esterni diminuendo la tariffa per l’occupazione del suolo pubblico e la riduzione dei tributi locali per i pubblici esercizi, dell’imposta su affissioni e pubblicità, oltre all’annullamento dei parcheggi a pagamento. Tutto respinto”.
“Stiamo lavorando su più fronti”, dice l’assessore alle Attività produttive, Luigi Marcello. “Nei giorni scorsi abbiamo riunito il Tavolo del commercio, cosa che faremo ogni 15-20 giorni. Stiamo valutando se sono fattibili, dal punto di vista legale, lo slittamento dei pagamenti e la rateizzazione delle imposte locali. L’auspicio è che anche Regione e Governo nazionale facciano lo stesso per le tasse di loro competenza”.
Per bar e ristoranti, rispettare le regole di distanziamento sociale vorrà dire ridurre di molto il numero di clienti da accogliere contemporaneamente. Per questo, molti esercenti chiedono più spazi all’aperto per mettere tavolini e sedie a distanza. “Stiamo vedendo se si può ampliare l’occupazione di suolo pubblico, ma la valutazione andrà fatta locale per locale, perché lo spazio da occupare deve essere nelle vicinanze dell’esercizio commerciale. Abbiamo intenzione, se la legge ce lo consente, anche di semplificare le domande di occupazione del suolo pubblico, verificando se possa essere sufficiente un’autocertificazione”.