“Cosa mi manca di più? Divertirmi insieme alle persone e inventare qualcosa che a loro piaccia”. Domenico Salvatorelli sta preparando il suo bar di Vasto Marina per una stagione estiva che è impossibile prevedere come sarà al tempo del coronavirus: “Sto cambiando tutto”. Lo aiuta a non pensare all’emergenza sanitaria e alle incertezze do questo periodo, soprattutto per quelle attività che vivono solo d’estate e che, quando potranno riaprire, dovranno osservare norme ferree per garantire quel distanziamento sociale che, al momento, è l’unico modo per evitare contagi. La decima stagione estiva da proprietario del suo locale sulla riviera sarà la più anomala e inaspettata.
Domenico, si avvicina il ponte del 25 Aprile, che per te ha sempre coinciso con la riapertura del bar, ma quest’anno no. Come stai vivendo questi giorni?
“Sì, anche quest’anno avevo messo in conto di aprire per il 25 Aprile. Sto facendo cambiamenti e pulizie primaverili in attesa della fase due. Provo sensazioni contrastanti, un po’ speranzoso un po’ teso e, sono sincero, la fase due mi fa più paura di adesso: tornare alla vita normale sarà molto difficile, soprattutto per il settore bar. Sicuramente avremo un calo sia locale che turistico, del resto se qualcuno dovrà andare al ristorante, ci penserà due volte. Sperando che un giorno ci si possa svegliare con una sorpresa: trovata la cura”.
Quanto ti fa male, dal punto di vista economico e personale, questo necessario periodo di isolamento?
“Noi di questo settore saremo probabilmente gli ultimi a riaprire e quelli che soffriranno un po’ di più. Prenderemo le botte più pesanti. La parte sentimentale è ancora più brutta da sopportare. Questo è il mio lavoro estivo. D’inverno cambio, faccio il subacqueo: negli scorsi tre anni sono stato nella Repubblica Dominicana, quest’anno Egitto, ma non mi piaceva e sono tornato in Italia. Al momenti di ripartire con destinazione Costa Rica, mi sono bloccato: dopo Natale mi sono preso un po’ di tempo per decidere, poi sono arrivate le notizie da Wuhan e ho deciso prima di temporeggiare, poi di soprassedere, anche perché la sanità non è certo al top nei posti in cui vado a lavorare d’inverno”.
Se pensi al prossimo futuro e, in particolare, all’estate che si avvicina, come li immagini?
“Facevo la festa di primavera. Ora sarà diverso. I progetti sono teorici, perché ogni settimana la situazione può cambiare. Faccio progetti a non più di una settimana. Mi sto preparando come se il 3 maggio tutto quello che stiamo vivendo dovesse finire magicamente, ma già so che non sarà così. Ho cambiato molte cose nel locale, proprio perché avrei festeggiato la decima stagione estiva”.
Fermo restando che non ci sono ancora le norme per la fase 2, stai pensando di apportare delle modifiche per garantire le distanze che saranno necessarie per poter tenere aperti i pubblici esercizi?
“Sì, ho previsto il distanziamento dei tavoli. Per fortuna ho quattro entrate, quindi ho ideato percorsi per entrare e uscire dal locale, anche per i dipendenti. Certo è difficile, perché una cosa è un servizio con lo sportello, come le Poste, altra cosa è un locale, anche se i consorzi di categoria, Vivere Vasto Marina e Vasto in Centro, si stanno adoperando da tempo per trovare soluzioni in vista della stagione balneare. Mi aspetto un’estate meno sentita e molto meno rilassante nel divertimento, un divertimento un po’ teso”.
Ci sono tuoi colleghi che hanno paura per il futuro delle loro attività. Condividi questo timore?
“Personalmente mi ritengo leggermente più fortunato di molti miei colleghi che hanno moglie e figli. Per loro la situazione è sicuramente più complicata. Ed è complicata soprattutto per gli stagionali, la maggior parte di noi, ma anche per chi è aperto tutto l’anno la stagione estiva vale l’80% del guadagno annuale. Anche per me sarà una bella botta e spero che chi di dovere, nei piani alti in cui si prendono le decisioni, ci penserà stabilendo una forma di sostegno per il nostro settore”.
Cosa ti senti di dire alle persone che ogni sera venivano a trovarti al bar e che al momento non possono?
“Già mi mancano. So che non potrò aprire con la tempistica di tutti gli anni. Quando sarà possibile, faremo una grande festa per recuperare”.