In condizioni normali, il bel tempo del weekend pasquale avrebbe invogliato molti vastesi e i primi turisti del 2020 a scegliere la riviera per trascorrere il lunedì di Pasqua. Il necessario lockdown, prorogato dal Governo fino al 3 maggio per contenere il diffondersi del coronavirus, ha cancellato i ponti primaverili. Ma anche nella fase due, quella della riapertura delle attività e della convivenza col virus, sarà molto delicata.
Nelle località turistiche, le domande che imprenditori e commercianti si pongono sono tante. E le risposte, al momento, sono tutte da trovare.
“Ciò che chiediamo è la chiarezza”, dice Michele Di Chiacchio, presidente del consorzio Vasto golfo d’oro, che raggruppa 16 albergatori.
“La riapertura? Dipende da cosa bisogna fare. Ciò che ci preoccupa maggiormente è questo: se riapriamo e, nel corso della stagione, dovesse verificarsi in hotel un caso positivo, cosa dovremmo fare? Mettere in quarantena tutti, turisti e personale? Quindi la questione non è solo limitata alle mascherine e alla sanificazione degli ambienti, ma ci sono tante altre problematiche. Senza linee guida nazionali, non sappiamo cosa fare. Devono esserci le condizioni per stare aperti. Se per la spiaggia le soluzioni potrebbero esserci, visto che all’aria aperta potrebbe essere meno complicato garantire determinati standard e i lettini potremmo sanificarli di notte, ci preoccupa la riapertura degli alberghi. A quali condizioni? Sarà necessario fare due turni in sala per garantire il distanziamento sociale, oppure i pasti andranno serviti in camera? Fermo restando che i numeri degli arrivi non saranno gli stessi, ma questo è un problema di tutte le località turistiche. Se comincerà, la stagione balneare sarà penalizzatà già dall’inizio. Saremo bravi se riusciremo a fare la metà dei numeri del 2019. Attualmente, siamo fermi alle prenotazioni di febbraio. Ne abbiamo alcune, ma i clienti cominciano a chiederci come possono fare a disdirle. Di certo, in circostanze straordinarie come quelle che stiamo vivendo, non applicheremmo le penali”.
Le decisioni verranno prese a Roma, poi ogni imprenditore valuterà se riaprire o no: “È una partita che si gioca tra il Governo e i nostri rappresentanti nazionali. Entro il 3 maggio vorremmo sapere se riaprire o no. La situazione è delicata: ci sono investimenti e mutui in essere. Perdere la stagione sarebbe un grave danno, ma per riaprire servono regole certe e chiare per evitare il rischio di essere costretti a chiudere a stagione iniziata nel caso in cui un cliente dovesse risultare positivo”.