Siamo ormai giunti ai 30 giorni di isolamento e norme precauzionali e, se in fin dei conti si sta cercando di vivere la nostra quotidianità “alla giornata”, sono tanti gli imprenditori e i professionisti che si stanno chiedendo cosa succederà dopo. Il dato non troppo rassicurante, se si fa parte di questa categoria, è che non c’è assolutamente niente di certo, soprattutto se si guarda alle attività estive e che riguardano il turismo. Concerti, sagre, eventi sportivi tra cui, non dimentichiamo, il Giro d’Italia. Cosa ne sarà di tutto questo? Non ci sono dati a riguardo e, fondamentalmente, anche a livello amministrativo si stanno attendendo disposizioni dall’alto perché è impossibile in un simile momento anche solo tentare di poter dare programmi e anteprime estive. Inutile dire che, l’effetto domino, potrebbe essere molto gravoso per le tasche degli italiani, specialmente per gli imprenditori.
“Gli organi preposti devono da subito attivarsi con misure economiche immediate ed efficaci, mettendo al primo posto il turismo per la ripartenza economica, anche perché proprio questo settore è quello più colpito a breve, medio e lungo termine”, la dichiarazione risalente a pochi giorni fa è del vicepresidente della Federalberghi di Pescara e presidente della Commissione consiliare Turismo di Montesilvano, Adriano Tocco. “Non è con il sospendere un pagamento che si risolve il problema. Occorre pensare che il 2020 debba essere un anno bianco dove tasse e imposte non possono essere applicate in quanto le aziende non hanno prodotto economia; è fondamentale attivare meccanismi per scongiurare la reale possibilità che molte aziende turistiche siano costrette a chiudere definitivamente”.
E infatti è proprio ieri che è stata chiesta, come ha riferito Mauro Febbo, assessore a Turismo e Attività produttive della Regione Abruzzo, l’attivazione dello stato di crisi “Abbiamo rappresentato al governo lo sconcerto e il disappunto per l’assenza di considerazione e interventi specifici per il settore turistico nei decreti emessi finora e chiesto unanimemente l’attivazione dello stato di crisi. Il settore turistico italiano sarà il più colpito dalla crisi causata dall’emergenza Covid19, perché interviene sulla mobilità delle persone, e sarà quello che ripartirà più lentamente degli altri settori industriali”.
È previsto per martedì o mercoledì prossimo un incontro con il ministro Franceschini per la suddetta attivazione dello stato di crisi e per poter attivare le procedure di recupero di perdite e danni subiti, equiparando la pandemia globale e la grave crisi sanitaria da Covid19 alle calamità naturali. Sarà inoltre discussa l’attivazione della Programmazione Fesr 20-27, apposito Fondo Strutturale dedicato esclusivamente al turismo (Fest).
(Fonte: ANSA)