Una giovane professoressa “che ha in mano solo una valigia piena di sogni”. Lucia Ranieri, 29 anni, di Vasto, parla di se stessa. È lei a rappresentare in Abruzzo il movimento sorto per rappresentare migliaia di insegnanti precari e neolaureati che protestano per chiedere lo sblocco delle graduatorie di Terza fascia.
“Sono Lucia, una giovane docente di 29 anni. Non mi definisco più giovane, né vecchia, in realtà non so più quale sia la mia identità in questa Italia. Mi sono laureata con il massimo dei voti,conseguendo master, certificazioni informatiche, linguistiche e i famosi 24 Cfu (crediti formativi universitari, n.d.r.) per accedere al famoso concorso ordinario. Ho passato notti insonni e giorni immobili, dove muovevo unicamente le dita sopra la tastiera e perdendo la vista su uno schermo, per trascrivere milioni di volte i miei dati sulle piattaforme delle scuole, nella speranza di dare un nome al mio percorso di studi, al mio sogno, ovvero quello di fare l’insegnante.
Chi fa questo mestiere è inutile dire che lo fa sentendosi addosso la voglia di trasmettere non solo il suo sapere, ma la sua passione, utilizzando mille strumenti, come un archeologo alla ricerca della più profonda capacità di ogni alunno, proprio come quando si scava per trovare un tesoro nascosto. Siamo responsabili di depurare da ogni scoria e resistenza le peculiarità di ogni nostro allievo, siamo responsabili della loro formazione, responsabili di trasmettere un messaggio corretto, siamo chiamati ad una missione, ma ora mi chiedo,se oltre ad essere responsabili abbiamo qualche diritto. Dopo tante chiamate da mad poco chiare,dove la mia disponibilità immediata a primo acchitto va bene,poi non è più valida perché devo essere gia sul posto. Mi chiedo ma quali sono i veri criteri di queste scelte da Mad (messa a disposizione, n.d.r.)? Non valeva il punteggio i titoli e la disponibilità immediata? Poi magicamente devi essere della zona? Dunque chi abita in un luogo dove non si lavora tramite Mad, perché non c’è richiesta, dovrebbe avere un flusso di denaro infinito da cui attingere per trasferirsi preventivamente nelle fantomatiche regioni dove ‘c’è bisogno’. Signori miei, ho lavorato un solo mese tramite Mad cercando di dare anima e corpo nelle mie lezioni, del mio guadagno ho conservato ben poco, avendolo speso tutto per mantenermi in una città dove, con contratti a tre settimane, è difficile trovare una casa in affitto. Ciò che so è che lo Stato fa di tutto per non mettere delle lauree abilitanti e poi ci si ritrova a spendere tutto ciò che si ha per una speranza. Da Mad si lavora per la gloria senza potersi costruire una vita, passando notti insonni con la paura di non lavorare più per tutto l’anno. Non si può vivere così, abbiamo bisogno di risposte e della riapertura delle graduatorie, che ci consentirebbero di essere chiamati davanti ad un punteggio chiaro, per merito e non per dislocazione geografica o conoscenza. Non so chi sono ad ora per lo Stato, quello che so è che sono Lucia, un insegnante che ha in mano solo la sua valigia piena di sogni”.
La protesta di precari e studenti – I giovani precari della scuola si mobilitano in tutta Italia. Sono “i docenti precari e neolaureati che avrebbero voluto inserirsi in Terza fascia in occasione dell’aggiornamento delle graduatorie previste per l’anno 2019/2020“, scrivono in un comunicato unitario.
“Siamo docenti precari, ragazzi e ragazze, padri e madri di famiglia che amano questa professione e vogliono lavorare. Abbiamo dovuto fare enormi sacrifici e spendere tantissimi soldi per aggiornarci e formarci ai fini dell’apertura della graduatoria 2019/2020.
Migliaia di euro spesi per corsi di formazione, 24 cfu, master, certificazioni e tanto altro.
Nonostante la nostra preparazione, oggi ci ritroviamo nel limbo del precariato e della disoccupazione grazie ad un ministro che non ci ascolta, non vuole saperne, non si mette nei panni di chi suda ogni giorno a testa alta e con trasparenza per sopravvivere.
Per anni abbiamo dovuto subire scelte scellerate a causa di una instabilità di governo che va avanti da anni e cambia le carte in tavola ad ogni mandato. Per anni abbiamo dovuto abbassare la testa e rincorrere le nuove direttive dei vari governi. Siamo stanchi. Ora basta!
Siamo cittadini attivi, parte di questa società, e come tali oggi ci presentiamo.
In Italia, l’insegnamento è un mestiere sottopagato e con una considerazione molto bassa a rischio burnout provocato dalla struttura burocratica soffocante e non meritocratica che imbriglia anche le migliori intenzioni. Spesso le mortifica. Se gli insegnanti non gettano la spugna, è per la vocazione che nutrono e le soddisfazioni che ricevono dai ragazzi.
Dopo un percorso universitario, con due lauree, dottorati di ricerca, master, 24 cfu, certificazioni di ogni genere, ci dobbiamo imbattere in concorsi sterili a crocette che non tengono affatto conto del concetto di meritocrazia e mortificano la nostra intelligenza, preparazione e vocazione”.
“Non riaprire la Terza fascia – si legge nel comunicato – significa legittimare una mobilità degli insegnanti a costi onerosi senza alcuna tutela“.
“Ci siamo stancati. Abbiamo deciso che è giunta l’ora di scendere in campo, uniti, e far sentire la nostra voce anche senza il sostegno di rappresentanti politici o dei sindacati.
Siamo tanti, vogliamo lottare.
Siamo docenti precari, ragazzi e ragazze, padri e madri di famiglia che amano questa professione e vogliono lavorare”. E si firmano: “Precari storici; Docenti terza fascia; Neolaureati; Studenti Universitari”.