È stata la notte del ricordo silenzioso quella appena vissuta a L’Aquila. L’undicesimo anniversario del terremoto che sconvolse l’Abruzzo e l’Italia intera con la distruzione del capoluogo e dei paesi limitrofi e le sue 309 vittime è stato vissuto nell’intimità e nel silenzio. Non ci sono state le centinaia di fiaccole che, sin dal primo anniversario hanno illuminato la notte aquilana tra il 5 e il 6 aprile ma un grande fascio luminoso che si stagliava nel cielo da piazza Duomo in questa notte della memoria.
Allla semplice ma sentita celebrazione hanno partecipato il sindaco Pierluigi Biondi, il prefetto Cinzia Torraco, il cardinale Giuseppe Petrocchi e Francesco Di Paolo, sindaco di Barisciano. A loro, nel silenzio e nella preghiera, si sono uniti tutti gli aquilani, tutti gli abruzzesi, tutti gli italiani, nel ricordo delle 309 persone morte sotto le macerie. Tanti i balconi e le finestre dove questa notte sono state lasciate candele accese per dare un segno di questa vicinanza.
“Ora, come allora, non siamo soli. Ora, come allora alcuni angeli si prendono cura di tutti noi, ora come allora ci danno la speranza in un domani possibile – ha detto il sindaco Biondi nel suo intervento -. In questo momento intendo rivolgermi a tutti i sindaci d’Italia, in particolar modo a quelli dei territori maggiormente colpiti dal coronavirus e ormai da settimane in prima linea, insieme al personale ospedaliero, in questa difficile battaglia. A loro dico che, nonostante il dolore, la profonda sofferenza e il sentimento di impotenza davanti alle migliaia di lutti che colpiscono familiari e amici devono assolutamente credere nella speranza, devono tornare a imparare a sperare insieme ai loro concittadini”.
Alle 3.32 i 309 rintocchi dal campanile delle Anime Sante, uno per ognuna delle persone che in quella drammatica notte persero la vita.
Le parole di Mattarella. “Il ricordo della notte del 6 aprile di undici anni or sono è impresso con caratteri indelebili nelle menti e nei cuori dei cittadini de L’Aquila e di tutti gli italiani”. Così in una lettera inviata al Comune dell’Aquila il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e letta dal sindaco, Pierluigi Biondi, nella breve commemorazione in occasione dell’undicesimo anniversario del sisma. “Un terribile terremoto portò morte e devastazioni, gettò numerose famiglie nella sofferenza e talvolta nella disperazione, rese inaccessibili abitazioni, edifici, strade, costringendo a un percorso fortemente impegnativo, prima di sopravvivenza, poi di ricostruzione“, ha scritto il capo dello Stato. “La ricorrenza di quest’anno si celebra in un contesto eccezionale, determinato da una pericolosa pandemia che siamo chiamati a fronteggiare con tutta la capacità, la responsabilità, la solidarietà di cui siamo capaci. Un’emergenza nazionale e globale si è sovrapposta a quell’itinerario di ricostruzione che gli aquilani stanno percorrendo, che ha già prodotto risultati importanti ma che richiede ancora dedizione, tenacia e lavoro“. Il capo dello stato ha sottolineato che “la ricostruzione de L’Aquila resta una priorità e un impegno inderogabile per la repubblica. I cittadini hanno diritto al compimento delle opere in cantiere, al ritorno completo e libero della vita di comunità, alla piena rinascita della loro città”. “Nel giorno dell’anniversario desidero rinnovare i sentimenti di vicinanza e solidarietà a tutti gli aquilani, a quanti nei paesi e nei borghi limitrofi hanno condiviso sia quei momenti tragici sia gli affanni della ripartenza, ai nostri concittadini di numerosi altri territori del centro Italia che, nel breve volgere di pochi anni, si sono trovati a vivere drammi analoghi e ora sono impegnati, come a L’Aquila, per restituire a se stessi e all’Italia la pienezza della vita sociale e i valori che provengono dalla loro storia”.