Negli ospedali della provincia di Chieti permane “la grave carenza di specifiche mascherine con filtro FFP2 e FFP3 per il personale esposto con differenti modalità al rischio di contagio da Covid-19”.
I sindacati Fsi-Usae, Fials, Nursing Up e Nursind stanno preparando un nuovo documento con cui torneranno a chiedere alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti anche di fare i tamponi a tutti il personale sanitario. Nei giorni scorsi i segretari provinciali di Fiasl, Nurdins e Fsi-Usae, Giordano Di Fiore, Vincenzo Pace e Raffaello Villani e la referente regionale del Nunrsing Up, Patrizia Bianchi, hanno scritto una lettera a diversi destinatari: prefetto di Chieti, Giacomo Barbato, Nas dei carabinieri di Pescara, procuratore di Chieti, Francesco Testa, Procure di Lanciano e Vasto, Ispettorato territoriale del lavoro di Chieti-Pescara, direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Thomas Schael, direttore sanitario della Asl, Angelo Muraglia, referente del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, Rocco Mangifesta.
Con la “Diffida per carenza idonei dispositivi protezione individuale ed effettuazione tamponi”, i rappresentanti dei lavoratori denunciano quella che sostengono essere “una modalità impropria di fornitura di idonei dispositivi di protezione individuale: camici, calzari, guanti, occhiali di protezione e, in particolare, la grave carenza di specifiche mascherine con filtro FFP2 e FFP3 per il personale esposto con differenti modalità di contagio da Covid-19”. Secondo le quattro sigle sindacali, i tamponi vengono effettuati “al personale in maniera disorganizzata senza regole e indicazioni precise e lasciate alla discrezionalità decisionale delle singole realtà creando nei fatti disomogeneità e incongruenza rispetto alle indicazioni”.
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