Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera da un ex paziente del reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Vasto positivo al coronavirus e tornato da poco a casa:
“Scrivo questa lettera per raccontare la mia storia e per testimoniare che anche nei momenti più brutti si può sempre trovare qualcosa di buono. Sono stato ricoverato 15 giorni fa nel reparto di malattie infettive con una polmonite e un tampone positivo al Covid-19.
Oggi, dopo due settimane, sono grato al Signore, alla Mamma Celeste e a tutto il personale sanitario del reparto di Malattie infettive per essere tornato a casa mia, tra i miei affetti. Non riesco ancora a dormire bene, mi sento fragile e indifeso, ma sono a casa e non più in un letto di una stanza di ospedale e questo solo grazie alla grande preparazione e umanità di tutto il personale.
[ant_dx]A tal proposito volevo pubblicamente ringraziare la dott.ssa Sciotti, i colleghi medici, la caposala, gli infermieri e gli oss e dirvi che siete veramente degli angeli, degli eroi moderni. Io non conosco i vostri nomi, né i vostri volti, ma mai mi dimenticherò della vostra genorisità, disponibilità, cordialità, ma soprattutto della vostra umanità. Ad ogni turno li vedevo affacciarsi da una piccola vetrata e con un sorriso ti salutavano facendoti l’ok con la mano, instancabilmente per tutto il loro turno, giorno e notte, passavano per osservarti e percepire ogni tuo respiro, pronti a intervenire.
Io dal mio letto, con l’ossigeno attaccato e la flebo in un braccio, li vedevo entrare con le loro tute spaziali, vedevo solo i loro occhi, percepivo le loro paure che però non davano a vedere, eppure erano lì vicino a te, ti confortavano, ti tiravano su di morale, ti controllavano in ogni minimo dettaglio.
Con la loro grande umanità mi hanno aiutato a lavarmi e tagliare i capelli eppure non trasmettevano segni di paura, incertezza o stanchezza, nonostante i turni di riposo e le ferie saltate. Grazie ancora a tutto il personale medico e alla dott.ssa Sciotti persona schietta, decisa, competente e umana, vi porterò sempre nel mio cuore e nelle mie preghiere.
Grazie al mio amico di stanza con il quale ci siamo sostenuti a vicenda, al mio parroco, alla mia famiglia e a quanti mi sono stati vicino con una parola di conforto”.