“Da questa esperienza sto ricevendo tanto, molto più di quanto sto dando“. La dottoressa Loredana Manso dal 27 marzo è in servizio all’ospedale di Desenzano del Garda, partita con il primo contingente di 22 medici selezionati dalla protezione civile per rinforzare le strutture ospedaliere del Nord Italia che hanno necessità di personale per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Lei è nell’equipe del reparto di chirurgia dell’ospedale di Vasto e, quando è stato pubblicato il bando di reclutamento, “non ci ho pensato un attimo. Leggere il bando e inviare la mia domanda è stato un passaggio immediato”.
Al San Pio “l’attività operatoria è ridotta alle situazioni di emergenza e urgenza. Sentire che c’erano tanti ospedali dove mancavano medici, dove non riuscivano più a fare i turni di riposo perchè tanti colleghi si sono ammalati, mi ha colpito. Non mi piaceva l’idea di restare a Vasto dove la situazione è gestibile mentre c’erano dei posti dove c’era bisogno. Ho sentito che dovevo andare“. Il primo contingente di medici è stato inviato nella zona più critica, nelle province di Bergamo e Brescia. La dottoressa Manso è stata assegnata alla Medicina interna di Desenzano.
Le giornate lavorative in ospedale “non hanno orario. Si inizia prima delle 8 e non si possono fare mai previsioni sull’andamento della giornata. Quello che c’è da fare si fa“. La dotteressa vastese ha trovato un ambiente “con grande professionalità, sia di medici che infermieri. C’è una grande cortesia nel rapportarsi con i pazienti. Sono quasi tutti anziani, spesso vengono da case di riposo o Rsa. Siamo noi medici a parlare con i figli per aggiornarli sulle loro condizioni salute.
Qui ho trovato altri colleghi volontari, alcuni vengono dalla stessa Lombardia. Io sono stata accolta con un senso di gratitudine davvero incredibile. I medici che sono qui sono contenti avere aiuto e di poter collaborare”. L’attività quotidiana, che mette a dura prova la resistenza del personale sanitario sta portando però i suoi risultati. “Si inizia a vedere un po’ di luce – dice la dottoressa Manso -. Nei due giorni scorsi è andata molto meglio. Ieri è stata la prima mattina in cui non sono arrivati ricoveri in reparto. Un collega è andato in pronto soccorso e ha visto che anche lì c’è stato un calo degli arrivi”.
[ads_sx]Questa situazione, però, non deve far abbassare la guardia. E questo vale sia per la Lombardia che per il suo Abruzzo. “Il fatto che ci sia un’apparente fermata nella diffusione del virus – spiega la dottoressa Manso guardando i dati degli ultimi giorni – è proprio frutto della chiusura e delle attenzioni che gli abruzzesi hanno avuto. Questo ci deve far capire che è la strada giusta e che la prevenzione è l’arma vincente“.
L’assegnazione, come per tutti i colleghi del contingente, è per 21 giorni. “Ma, se mi sarà data possibilità, vorrei restare tutto il mese di aprile. Questa esperienza che ci è permesso di vivere, grazie all’iniziativa della protezione civile, è stupenda. Uscire fuori dal proprio luogo abituale, confrontarsi con altri colleghi, cambiare ambiente e interagire con altre persone è un arricchimento professionale e umano che non si può ricevere da nessun’altra esperienza. La sanità italiana dovrebbe essere una. Solo il confronto con gli altri ci migliora”. E, guardando ai giorni già trascorsi a Desenzano, aggiunge: “Io da questa esperienza sto ricevendo tanto, molto più di quanto sto dando. Non bisogna avere paura del nuovo e dello sconosciuto, il nuovo diventa tuo e ti arricchisce”.