Esiste una grande domanda per chi ha la responsabilità di tenere viva un’impresa, uno studio professionale, un negozio: Quando finirà tutto questo? Personalmente mi chiedo anche: andrà tutto bene a qualunque condizione?
La Cina è riemersa dall’incubo Covid-19 simbolicamente sabato scorso, quando è tornato nella città di Wuhan il primo treno dall’inizio della quarantena. La Corea del Sud invece ne è uscita, brillantemente, attraverso l’uso di un’app che, tracciando gli spostamenti della gente e forse anche ad una fitta rete di telecamere, ha “piegato” la curva epidemiologica grazie alla tecnologia e all’uso intelligente dei dati.
Probabilmente noi in Italia, in virtù dei nostri valori cardine come il rispetto della privacy e il senso che diamo alla Libertà, difficilmente faremo uso di questo efficace sistema di controllo delle persone, come ha fatto la Corea.
Ne varrà la pena? Quante vite ci costerà?
Nessuno può offrire una risposta certa. Forse avrà senso ma ad una condizione grande come una montagna: se useremo questo stesso valore, la Libertà di cui godiamo, per scegliere di dar forma e consistenza ad un nuovo dopoguerra.
Un nuovo rinascimento, come avvenne dopo la peste nera del 1300, una spinta morale e intellettuale come quella che dopo il secondo conflitto mondiale ci ha portato a divenire uno dei paesi più industrializzati e ricchi al mondo. Un colpo di reni sistemico, politicamente trasversale, profondo e capace di cambiare molti di quegli aspetti che, per anni, abbiamo commentato e visto immutati ed immutabili.
Urge unirsi al grido del capo degli industriali, Boccia, che invoca liquidità e propone soluzioni immediate. È ancora più importante e lungimirante ascoltare la proposta di Francesco Mutti, l’imprenditore delle conserve alimentari, che parla di un piano industriale a lungo termine che frantumi i limiti italici (capacità di pianificazione, nanismo delle imprese, passaggio generazionale, uso del digitale ecc.). Mentre vengono salvati posti di lavoro, va rilanciato il sistema Italia da un ventennio in stasi cronica, con l’ascensore sociale bloccato.
Oggi siamo nel bel mezzo del guado, in attesa del picco che non arriva, ma non è già tempo di cominciare a ripensare il nostro tempo?
Potremo farlo, insieme, perché non ci si salva da soli come ricorda Papa Francesco, lavorando per consegnare un’Italia migliore a figli e nipoti. Oppure potremo non far niente e illuderci di esser tornati nel mondo di prima. Certo occorrerà forza, tanta forza.
#AndràtuttobeneSE sapremo apprezzare e usare il grande dono che in questi giorni conosciamo nella sua dolorosa negazione e di cui abbiamo sempre e inconsapevolmente goduto: la Libertà, quella di agire, un valore che ci potrà salvare.
Renato De Ficis