“Internet e telelavoro protagonisti nella pandemia di Coronavirus che impone il distanziamento sociale. C’è però il rischio, a causa della globalizzazione della crisi sanitaria, che nei prossimi giorni la rete possa andare in sovraccarico e che i cosiddetti servizi di Cloud Pubblico (localizzati prevalentemente fuori Italia o fuori Europa), su cui si basano smartworking e numerose applicazioni internet italiane, possano subire rallentamenti ed interruzioni, limitando o impedendo del tutto l’accesso a portali di condivisione e/o a comunicazioni in videoconferenza, con grave danno alla produttività di aziende e professionisti. L’Europa chiede alle piattaforme di streaming come Netflix e YouTube di prendere in esame la possibilità di fornire il servizio in streaming solo a risoluzione standard, rinunciando a quella più alta; al tempo stesso si rivolge agli utenti finali invitandoli ad un utilizzo responsabile del consumo di dati.
La rete internet è sovraccaricata in questo periodo, basti pensare che solo in Abruzzo su 308 Comuni la gran parte stanno lavorando in smart working e altri si stanno attrezzando per iniziare a breve; tutte le scuole hanno attivato la teledidattica, migliaia di studenti collegati ogni giorno per assistere alle lezioni, le videoconferenze di lavoro sono aumentate esponenzialmente ogni giorno; anche il Decreto-legge n.18 del 17 marzo 2020 l’art. 73 prevede la possibilità per i Comuni di svolgere Giunta Comunale e Consiglio Comunale in Video Conferenza mediante piattaforme opportune; l’uso delle virtual private networkm vpn, i software che consentono un accesso diretto e sicuro ai server aziendali, è schizzato del 112 per cento.
Nel caso in cui il sovraccarico aumenti nei giorni a venire, è auspicabile un utilizzo più responsabile della connessione Internet, privilegiando le attività legate alla produttività rispetto a quelle dell’intrattenimento, anche eventualmente disponendo il blocco forzato di applicazioni non fondamentali che utilizzano Cloud e connettività.
Nel medio termine, infine, si auspica che si valuti e venga indicata la disponibilità di alternative nazionali utilizzabili per alcuni servizi Cloud, sia in ambito industriale che universitario, quali ad esempio la rete di ricerca nazionale GARR (www.garr.it), in deroga dalla rete nazionale e quella internazionale GEANT (ww.geant.org).
Per chi lavora in Cloud sarebbe auspicabile prevedere un piano di backup locale presso la propria sede o presso un Cloud Italiano e, parallelamente, individuare sistemi alternativi di comunicazione che facciano capo direttamente all’ecosistema di rete italiano.
Con la crisi sanitaria, anche Internet – conclude Staniscia – potrebbe rivelarsi una risorsa non illimitata e occorre agire, anche eventualmente con misure restrittive, per garantirne l’uso per finalità produttive e di pubblica utilità. Sono in gioco la sicurezza e la tenuta del sistema, quindi di tutti noi”.