“Ogni volta una calamità colpiva o minacciava di colpire la città, il popolo acclamava a gran voce la protezione dell’Arcangelo Michele”, racconta don Antonio Totaro, parroco di Santa Maria del Sabato Santo, la parrocchia che comprende la piccola chiesa dedicata al patrono di Vasto.
Il sacerdote ricorda alcune vicende storiche: “La prima avvenuta nel 1805 quando per l’esplosione di un nuovo vulcano nel vicino Matese, si sentirono ripetute scosse telluriche, che causarono ingenti danni in molti paesi limitrofi, ma non nella nostra città. Altra circostanza, ben più terribile della prima, avvenne tra il marzo del 1817 ed il gennaio del 1818″, quando una terribile epidemia di febbre petecchiale costò la vita a un terzo della popolazione di Vasto [qui il VIDEO in cui Francescopaolo D’Adamo ricostruisce i fatti storici]. “Solo grazie al prodigioso intervento dell’Arcangelo la malattia venne scacciata. 1837: passarono solo pochi anni e di nuovo il temibile colera si riaffacciò alle porte della città. Fortunatamente la malattia colpì solo di sfuggita le nostre terre. Vi invito – dice don a vivere, comunitariamente ma ognuno nella propria casa, una novena a San Michele Arcangelo, per chiedere il suo intervento per questa nuova peste: il coronavirus. Ci ritroveremo spiritualmente insieme ogni sera alle ore 19“. La novena, iniziata ieri, domenica 22 marzo, proseguirà fino al 30 marzo.