Chi fa impresa lo sa già, la nostra mente è abituata a ragionare cogliendo andamenti “lineari”, mentre siamo davanti a qualcosa che sembra essere “esponenziale”.
In questi giorni assurdi ci ritroviamo nella guerra predetta da Bill Gates, fondatore della Microsoft, causata da un virus poco letale ma molto contagioso che ci costringe a spazi e ritmi inimmaginabili, solo dieci giorni fa, mentre facciamo di tutto per convincerci che #andràtuttobene.
Chi fa impresa, abituato a guardare in prospettiva, a intravedere ciò che gli altri non vedono, si ritrova con i piani completamente scombussolati. È mutato tutto, vanno ripensati tutti gli scenari che avevamo stimato per il 2020 e forse per i prossimi anni. Come farlo? Propongo una riflessione, non di certo una soluzione.
Guardando un attimo indietro nel tempo mi chiedo, cosa sta accadendo?
2001: 11 settembre, cambia completamente il nostro modo di pensare alla nostra sicurezza, quella della nostra famiglia, della nostra città che, da un momento all’altro, può essere colpita forte, al cuore.
2008: la crisi dei mutui subprime di Lehman Brothers genera una crisi finanziaria di portata mondiale che cambia completamente la nostra percezione di stabilità economica.
2020: quello che stiamo vivendo appare come la combinazione tra i due eventi precedenti che mette in crisi la nostra sicurezza e stabilità economica, in un colpo solo.
L’aspetto particolare di tutto questo è che siamo davanti ad un andamento non lineare, ovvero l’evento attuale non sarà semplicemente la terza crisi nel giro di vent’anni, tantomeno la “somma” dei due eventi precedenti, sarà probabilmente qualcosa di epocale che assumerà impatto maggiore della somma dei precedenti, una sorta di “risultante moltiplicata”.
Lineare ed esponenziale, ovvero? Solitamente compro un kilo di mele; mia moglie mi dice di comprarne di più, ne prendo due; mi dice di nuovo di aumentare la quantità, io elaboro e ne compro 3. A lei va benissimo questo modo di interpretare. Andamento lineare.
Invece la pandemia Covid-19 sembra costruire, affiancata alle due crisi precedenti, una dinamica esponenziale, proprio come appare in questo grafico che conosciamo bene purtroppo:
Alla luce di questo, come ricalibrare le prospettive per la nostra azienda? Ci diremo ancora che “non torneremo alla situazione precedente”? Saranno efficaci i rimedi pensati nella scorsa crisi? Resilienza o stavolta servirà qualcosa in più?
Vorrei concludere con un messaggio di ottimismo, ma sarebbe retorico e non credibile. È il momento di vivere questo stato di sospensione, vuoto, anormalità. Probabilmente anche oltre questo buio è nascosta una luce ma ora c’è da concentrarsi per stare al buio, evitando gli spigoli e trovando le energie per rassicurare le nostre famiglie e la nostra squadra mentre prende le misure con lo smart working, solo qualche giorno fa quasi sconosciuto. Sarà questo uno dei primi spiragli di luce? Abbiamo tempo. Vedremo.