“Proprio ieri mattina ho avuto un party con 350 persone nel mio luogo di lavoro. Niente mascherine, né guanti”. Antonio Manuel Romano è un giovane emigrante. Ha 28 anni. È partito da Vasto nel 2015 per trasferirsi a Londra [LEGGI], dove fa il barman. Racconta a Zonalocale cosa sta accadendo al di là della Manica in questi giorni.
Il coronavirus ormai è un problema mondiale. A Londra cosa si percepisce di questa emergenza?
“Se ne parla giornalmente ovunque nelle ultime settimane, ma nessuno realmente prende la cosa sul serio: il massimo che la gente e riuscita a fare, probabilmente presa dal panico, per prepararsi a un potenziale lockdown è stato svuotare i supermercati”.
Vi vengono fornite informazioni sufficienti in merito a questa pandemia?
“L’informazione è davvero scadente e alquanto vergognosa, date le ultime interviste del premier britannico, Boris Johnson, secondo cui siamo tutti sacrificabili. Basti pensare che l’Nhs, il nostro ente sanitario, ci raccomanda semplicemente di lavarci le mani per 30 secondi”.
In Italia e, via via, in altri Paesi europei si va verso un progressivo isolamento. Ritieni sia giusta questa decisione, o quella del Governo britannico, che fino ad ora ha deciso di non adottare misure restrittive?
“Prendere decisioni sono sicuro sia un compito arduo, soprattutto quando a rischio c’è la vita di milioni di persone.
Ma, dal momento in cui abbiamo capito quasi tutti che l’isolamento è la strategia più rapida e sicura per abbattere il numero di contagi e identificare i contagiati, non serve un esperto di medicina per prendere una scelta giusta. Il Governo britannico, con le sue scelte attuali, si sta dimostrando inumano, basti pensare alle parole del premier. Non è il momento di parlare di politica, ma vorrei ricordare che il Regno Unito ha raggiunto un obiettivo come la Brexit grazie a una bella fetta di voti provenienti da cittadini di una fascia di età molto alta; questo è il suo modo di ringraziarli: mettendoli tutti a rischio Covid-19″.
Nel tuo lavoro sei a contatto ogni giorno con centinaia di persone. Come fai a proteggerti?
“Proteggermi, dici? Proprio ieri mattina ho avuto un party con 350 persone nel mio luogo di lavoro, niente mascherine, né guanti. La compagnia cui lavoro giustamente si attiene alle direttive emanate dal Governo e ci raccomanda di pulirci spesso le mani e di stare a casa se si hanno sintomi di febbre. Il problema è questo: in un Paese come il Regno Unito, dove la malattia non è pagata, quanti resteranno a casa?”.
In questo momento, quando pensi all’Italia, qual è il tuo primo sentimento?
“In questo momento, vivendo qui da quasi cinque anni, percepisco solo tanto odio, rabbia e, non lo nego, paura. Ma, da italiano, amo la mia patria a prescindere dalle mie scelte e, in questo momento, sono ancora più vicino a tutti i miei familiari, amici e, soprattutto, i miei concittadini vastesi. Di sicuro è dura sentirsi rinchiusi ma, se è per un bene futuro, sono certo che insieme possiamo superarlo”.