EMANUELA TASCONE, SAN SALVO
Quando viene divulgata una misura, di qualunque tipo, il primo pensiero che mi sovviene è sempre come potrà essere applicata questa sulle persone che vivono ai margini della società, quelle per le quali è tutto più difficile, tanto da un punto di vista economico quanto da un punto di vista sociale e logistico.
Oltre a noi popolo dei social, in Italia vivono tante persone invisibili: persone di cui non parla nessuno, persone che non hanno un cellulare, non hanno una macchina, non hanno che qualche euro e spesso… non hanno neppure una casa.
Ebbene sì, perché in questo Paese una casa non ce l’hanno tutti. Qualcuno vive stabilmente su una panchina, oppure dentro una stazione ferroviaria, oppure in qualche angoletto più o meno nascosto.
Chissà, se anche loro hanno saputo in qualche forma di quello che sta accadendo in questo momento. Chissà che cosa pensano, che cosa dicono, quando sentono gli altoparlanti invitare caldamente a restare a casa. Se se la ridono, se piangono, se non gliene importa nulla, se sono arrivati in Italia da talmente poco che non capiscono nemmeno l’italiano ancora e allora non si sono neppure resi conto di tutto quello che sta succedendo.
[ant_dx]Vivono al freddo, nella sporcizia, la distanza di sicurezza forse è quella che gli impedisce di avere un minimo di calore, umano ancora prima che fisico.
Chissà come deve essere, per chi gestisce delle strutture di accoglienza per i senza fissa dimora, trovarsi a dover ridurre la capienza delle persone che possono essere ospitate. Dover scegliere chi resta e chi no, dover dire a qualcuno che è meglio se sta per strada che non se sta troppo vicino ad altri.
Chissà come deve essere, per chi vive di elemosina, non vedere più nessuno per strada da cui sperare di ottenere qualche spicciolo.
Chissà se i controlli di Polizia su chi è in giro senza un giusto motivo riguarderanno anche loro e come.
In questi momenti penso che per quanto lo Stato possa pensare o perlomeno cercare di pensare a tutti quando vara dei provvedimenti, inevitabilmente c’è una parte della popolazione che rimane sistematicamente esclusa, per la quale sembra non esserci un modo, una via per trovare un contatto e quindi una “cura” adeguata, esattamente come sta accadendo per questo nuovo virus.
La differenza è nel fatto che il virus vorremmo soltanto eliminarlo per sempre dalle nostre vite, mentre queste persone le vorremmo soltanto più vicine a noi e più protette. Eppure in frangenti come questo mi sembra che ciò sia impossibile, e questo fa soffrire proprio come una malattia da cui non riesci a guarire.
STEFANIA, VASTO
Quando vi assale la voglia di fare una passeggiata al mare, di fare la spesa 15 volte al giorno o di portare il cane a fare la pipí continuamente, ricordate che ci sono persone immunodepresse che rischiano la vita anche per un banale raffreddore!
Questa bimba è Vittoria, è di Vasto, da settembre sta combattendo la sua battaglia contro una forma di leucemia…per Vittoria sarebbe fatale anche un raffreddore.. Quindi prima di uscire per le banalità pensiamo a lei e a tutte le persone nella sua condizione!
Andrà tutto bene Vittoria e se lo dici tu, ci crediamo ancora di più!
Un bacio a Vittoria, alla sua famiglia che oggi è ancora più preoccupata e sofferente. Un abbraccio, un elogio e un grazie ai medici del reparto di oncoematologia di Pescara, dove Vittoria è in cura che, in questo momento, sicuramente, stanno facendo un lavoro sovraumano per tutelare i loro piccoli, ma anche grandi pazienti!
LUCIA, CUPELLO
Italia mia… quanto di te ho letto nei libri di storia… quante disavventure hai vissuto… guerre, terremoti, inondazioni, ponti crollati… ne ho lette tante… È un momento buio… e ogni giorno leggendo il bollettino della protezione civile la luce è sempre lontana… però penso a tutti quegli uomini e quelle donne coraggiose che combattono con te e per te in prima linea… e penso che la luce arriverà nuovamente a splendere su questa terra oggi così piegata ma che di certo non si lascerà spezzare… tornerà ritta più di prima sul suo stivale tacco dodici… elegante e sontuosa come sempre… perché si Italia tu sei meraviglia… sei speranza… sei luce… e io sono fiera di essere figlia tua… e sorella di tutti quegli eroi che oggi non indossano tute magiche e non hanno super poteri… Ma sono in campo a combattere con il potere più grande di sempre: L’AMORE! Allora dico a tutti i tuoi figli… Amiamoci e restiamo a casa in nome di questo AMORE!
CLAUDIO E GABRIELLA
Siamo i genitori di una bimba che il 22 marzo compirà 8 anni e di un bimbo autistico di 6 anni.
Le giornate sono lunghe e vengono scandite dai ritmi dei nostri bimbi soprattutto del secondo che ha perso tutti i suoi punti di riferimento. Il centro è chiuso, la scuola all’improvviso chiude (lui era pronto quella mattina), menomale c’e’ la scuola… un grazie enorme alla Nuova direzione didattica che pensa sempre a chi è in difficoltà e ci ha dato indicazioni su come muoverci durante il giorno e quali cose fargli fare… perché la paura è che tutto ciò che è stato guadagnato vada perso.
Io insegno e non vedo l’ora durante il giorno di ricevere le foto dei miei piccoli alunni, menomale che esiste whatsapp che ci consente di dialogare col mondo esterno. Mio marito È cardiopatico grave e più degli altri non può in questo momento avere contatti che per lui possono essere fatali.
A darci forza e coraggio è la nostra bimba che disegna arcobaleni e dice sempre passerà e questa estate andremo al mare… si è li che dobbiamo andare tutti questa estate per questo #iorestoacasa… in fondo sarà bello ritrovarci e abbracciarci tutti senza paura.
NATALINA PACCHIANO
15 Marzo 2020
L’Italico tricolor cullato dai venti
spunta fiero da ogni balcone
accompagnato dall’inno della Nazione.
Italia Nostra,Italia amata
dalle tue ceneri sei sempre rinata
ed anche adesso forte sarai,
Vittoriosa da queste tenebre risorgerai.
Con le lacrime agli occhi cantiamo il tuo nome,
da ogni finestra si affaccian persone:
attenderemo insieme che alla Patria adorata
sia restituita la Pace meritata.
Tornerà presto nelle tue strade l’amore,
il calore degli abbracci senza più alcun timore.
Italia bella,nostra gloriosa madrina
scacceremo con te il buio e tornerai Regina.
JESSICA MARINO, LENTELLA
Mia cognata mi scrive un messaggio su whatsapp.
“TU COME STAI?”
Semplice, stringente ma allo stesso tempo non so realmente cosa rispondere.
Allora mi fermo un attimo a riflettere, tempo ne ho, ne abbiamo.
Le rispondo.
“Innanzitutto grazie per la domanda… di questi tempi non è affatto scontata.
Vorrei rispondere semplicemente: BENE, ma come tutti del resto siamo in un turbinio di sensazioni.
Dal punto di vista della maternità, tutto va per il verso giusto, come deve andare. Gioia, stanchezza, sconforto si alternano, ma rendono le giornate belle a tratti interminabili.
Dal punto di questa situazione, sembra tutto così surreale.
La prima settimana è passata, tra giochi e faccende, qualche uscita che era ancora permessa; ma ora non è più un gioco, non lo è mai stato per noi.
Ora inizio a pensare che le cose andranno avanti e oltre, non necessariamente andranno male, in qualche modo ce la faremo, ma non sarà MAI PIÙ come prima.
Penso a chi lavora, a chi è anziano ed era solo già da prima, ai bimbi ed ai ragazzi che non meritano una “primavera” così, ed allora raccolgo tutti i pensieri che attanagliano la mente ed inizio e concludo la giornata con un motto:
D’ora in poi… Non ci saranno più i se, i ma, i forse, coglieremo l’attimo sempre e comunque!
… Tu Come Stai?
LUCA MARANCA, VASTO (5ª B “G. Spataro”)
Un abbraccio a distanza!
“Andrà tutto bene” è la frase da dire,
perché tutti insieme ti faremo svanire.
Ormai sei un ricordo rimasto nel cuore,
che adesso batte per amore.
Se penso a te provo coraggio,
urlo forte all’arrembaggio!
Stiamo uniti e ti sconfiggeremo,
con forza vinceremo.
Un abbraccio a distanza è quel che ci vuole,
così il tuo ricordo non duole.
Son pronto alle battaglie,
costruiremo una muraglia.
Per tornare come in passato
in una vita che ho sempre amato!
LEO E TIZIANO, VASTO
Ciao a tutti da Leo e Tiziano dal condominio Oriente di via San Rocco.
#andràtuttobene
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