È complessa la situazione dei lavoratori che ogni giorno, anche dopo gli ultimi decreti del premier Giuseppe Conte, continuano a recarsi nelle aziende in Val di Sangro, in fabbrica e per il trasporto pubblico. Ed è per questo che il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, ha deciso di scrivere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al presidente della Regione Abruzzo e al capo della Protezione Civile per illustrare le sue perplessità e, soprattutto, chiedere interventi e soluzioni per lavoro e trasporto pubblico.
Nell’area industriale della Val di Sangro, giornalmente, si muovono decine di migliaia di operai e impiegati pendolari, provenienti anche dalle regioni limitrofe, alle dipendenze sia delle grandi multinazionali dell’automotive, sia delle numerose aziende dell’indotto. La maggior parte dei lavoratori contano sul trasporto pubblico regionale per recarsi nel proprio posto di lavoro, con numerosi pullman che arrivano e partono, e il servizio di navetta interno all’area, di cui usufruiscono per raggiungere le proprie aziende, dopo che gli autobus si fermano negli stalli assegnati.
“Ho esaminato con la doverosa e necessaria attenzione anche l’ultimo DPCM con il quale vengono dettate ulteriori e più stringenti misure per il contenimento della pandemia mondiale in corso. – dice Borrelli nella lettera – È un momento delicato e nuovo; appare evidente la necessità di muoversi con grande senso di responsabilità per mantenere un delicato e precario equilibrio. Tengo, pertanto, a precisare che alla presente non può e non deve essere attribuita alcuna e strumentale valenza di polemica politica. Tuttavia, – prosegue – a nome di questo territorio, è mio compito domandarvi una maggiore chiarezza circa le vostre previsioni per le aziende”.
E il sindaco Borrelli sottolinea come nel decreto ci siano indicazioni che appaiono essere delle “raccomandazioni”, non vincolanti, per quanto concerne in particolare le attività produttive, lasciando ad una accentuata discrezionalità imprenditoriale l’individuazione delle “attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione” e la gestione sanitaria delle attività essenziali.
Molti lavoratori, però, denunciano l’impossibilità di vedersi garantita la distanza di sicurezza e l’assenza di mascherine protettive. È un fatto, poi, che sulle navette e nei pullman non è stato finora possibile rispettare le misure di sicurezza.
“Sono perfettamente consapevole, – dice ancora il sindaco – come amministratore, della enorme difficoltà di compiere, in questo momento, delicate scelte politiche, alla luce della necessità di contemperare e bilanciare diverse esigenze e legittimi interessi pubblici e privati. Detto ciò, le disposizioni dell’ultimo decreto appaiono di non facile applicazione, in realtà, come quelle che vi ho descritto. Tutto questo non possiamo permettercelo, in questa situazione di emergenza sanitaria mondiale. Auspico ed invito, – si legge ancora nella lettera – pertanto, il Governo centrale e quello regionale, per quanto di rispettiva competenza, a voler emanare al più presto circolari esplicative, contenenti maggiori e più puntuali indirizzi operativi, sia per l’individuazione delle attività produttive ritenute [mar_dx] indispensabili e strategiche, in questo momento emergenziale, per il nostro Paese, sia puntuali misure di contenimento del contagio, per quanto riguarda il trasporto pubblico regionale e l’uso di dispositivi di protezione personale”.
Il sindaco di Atessa chiede, in ogni caso, di potenziare con la massima urgenza il servizio di trasporto pubblico da e per la Val di Sangro e di aiutare l’amministrazione di Atessanell’approvvigionamento di mascherine protettive per i lavoratori della zona industriale.
Si raccomanda anche di disporre diffusi controlli ispettivi da parte di tutti gli organi preposti (Forze dell’Ordine, ASL, Ispettorato Nazionale del Lavoro, ecc.) per verificare che nelle aziende siano rispettate tutte le previste misure di contenimento del contagio.