La vita ai tempi del Coronavirus fa tremare, perché abbiamo improvvisamente toccato con mano la precarietà della nostra esistenza.
La vita ai tempi del Coronavirus fa gridare, perché abbiamo subito scatenato la caccia all’untore.
La vita ai tempi del Coronavirus fa fermare, perché abbiamo compreso che solo uno stop forzato alle nostre frenetiche esistenze può sconfiggere il “nemico”.
La vita ai tempi del Coronavirus fa pensare, perché ci siamo ritrovati chiusi nelle nostre case a meditare soli con noi stessi.
La vita ai tempi del Coronavirus fa sperare, perché confidiamo nel fatto che presto tutto passerà e sarà solo un brutto ricordo.
La vita ai tempi del Coronavirus fa ringraziare, perché ci siamo resi conto che ci è stato dato un dono unico, immenso, irripetibile, bellissimo e fragilissimo: la nostra breve esistenza su questa Terra.
La vita ai tempi del Coronavirus fa riconsiderare, perché stiamo imparando a ricentrare la nostra attenzione sul valore delle piccole cose e su quella che, superficialmente, chiamiamo “normalità”.
La vita ai tempi del Coronavirus fa pregare, perché stiamo riscoprendo il silenzio e l’interiorità, imparando ad ascoltare noi stessi e il mondo che ci circonda.
La vita ai tempi del Coronavirus fa amare, perché abbiamo capito che siamo tutti interconnessi e nessuno può salvarsi da solo.
Viviamo tutti sotto lo stesso cielo e, ai tempi del Coronavirus, è ora di tornare a credere in un mondo migliore, più giusto e più umano.