Negli ospedali della Asl Lanciano-Vasto-Chieti c’è una “grave carenza” di “maschere, guanti, gel disinfettante, tute, camici e calzari” per proteggere dal coronavirus il personale “in troppe aree dell’assistenza le quali, per quanto non appartenenti ai servizi di emergenza, hanno eguale rischio esponenziale”.
Lo affermano – in una lettera al direttore generale, Thomas Schael, e all’assessora regionale alla Sanità, Nicoletta Verì – i sindacati di categoria, che ricordano l’allarme “lanciato a gennaio” per l’acquisto dei materiali a tutela “dei lavoratori coinvolti nell’opera di assistenza non solo ai pazienti infetti, ma anche ai casi sospetti”, scrivono i segretari provinciali di Fials, Giordano Di Fiore, Nursind, Vincenzo Pace, Fsi-Usae, Raffaello Villani, e Patrizia Bianchi, referente regionale Nursing Up, che definiscono “deplorevole” il furto di mascherine denunciato dalla Asl, “ma che resta confinato a una singola circostanza e a pochi lavoratori, i quali, presi dall’eccessiva preoccupazione, hanno infranto le più elementari regole di civiltà” perché “hanno paura”. Chiedono se ci sono scorte a sufficienza e ritengono le nuove assunzioni avviate “con gravissimo ritardo, peraltro non sufficiente a porre rimedio alle gravissime emergenze che stanno determinandosi perché il suddetto personale non prenderà servizio in tempi ragionevolmente brevi”.
“Ritiene corretto dinanzi alla conferma di pazienti risultati positivi al Covid-19 che ai restanti pazienti venga deciso di effettuare il tampone, mentre al personale infermieristico che ha avuto il più stretto contatto con il paziente positivo si applichi la decisione di evitare il tampone tranne in caso di febbre e tosse?”, domandano i sindacati, secondo cui “un numero sempre maggiore di personale nei prossimi giorni, superata la fase di incubazione, può determinare addirittura una ulteriore esplosione di casi positivi”.
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