“In questo momento di difficoltà ci siamo sentiti di fare qualcosa per i nostri bambini. Sin da quando si è paventata l’ipotesi della chiusura abbiamo iniziato a pensare a cosa fare per mantenere attivo l’asse scuola-famiglia”. A dirlo sono le maestre del polo scolastico Il Girotondo di Lanciano e l’asilo Caporali di Castel Frentano che, in questo momento di tragica eccezionalità, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e mettersi a disposizione dei bambini, seppur a distanza.
“L’idea è nata già nel primo pomeriggio di mercoledì. – dice la coordinatrice pedagogica delle scuole gesiste dalla cooperativa di Fabrizio Rossi – Quando è uscita l’ordinanza di chiusura ci siamo riuniti per definire gli obiettivi di questo progetto. Poi il nome è nato da sé #asiloadistanza perché i genitori ci taggavano sui social con questo hashtag pubblicando le foto dei loro bambini alle prese con le attività da noi proposte. Mi preme sottolineare che la nostra non è l’adesione ad una “campagna” ma un vero e proprio progetto di didattica a distanza ovviamente tarato sul contesto in cui lavoriamo, ovvero asilo nido, sezione primavera, scuola dell’infanzia. Quindi stiamo parlando di bambini da 0 a 6 anni a cui vanno proposte attività pertinenti alla loro età e ai contesti domestici in cui si trovano in questo momento”.
La duplice valenza di un progetto come questo è anche di mantenere vivo il rapporto con i bambini. “Le immagini, i video e i messaggi di restituzione delle famiglie ci danno la conferma che stiamo andando nella giusta direzione”, dicono le insegnanti. Per i bambini è importante mantenere la continuità e il legame, anche virtuale, con le maestre e con gli ambienti in cui prima o poi dovranno rientrare. E quando finalmente si tornerà alla normalità ci saranno meno difficoltà nel distacco. Questo è l’auspicio, per lo meno.
Ma come si svolge il progetto? “Ogni giorno inviamo una proposta didattica tramite WhatsApp ai genitori. – spiegano le maestre – Che sia il video di una canzoncina o della lettura di una favola, il tutorial di un atelier creativo o un pdf con le indicazioni per un realizzare un’attività specifica che i bambini possono svolgere a casa con i genitori (ad esempio il gioco euristico per i più piccoli o la tabella delle faccende domestiche per i più grandi)”.
Ovviamente non è obbligatorio partecipare ma a quanto pare piace molto. I genitori, poi, sono ben felici di inviare foto di bambini seduti dentro le scatole, di salotti con tutta la pasta sparsa sul pavimento, manine sporche di colore e disegni e videomessaggi dei bambini che invitano le maestre a casa loro. “Inutile dire che noi siamo davvero entusiasti di questo progetto tant’è che stiamo pensando ad un modo per continuarlo anche quando riapriremo. Io dico sempre che il problema di noi maestre – conclude la coordinatrice – è che non sappiamo fare nient’altro e quindi queste iniziative nascono, così, spontanee e poi prendono forme e misure che sono difficili da prevedere e ahimè, da contenere”.