Il segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli avanza la richiesta di “fermare le produzioni nelle fabbriche incapaci di garantire la salute dei dipendenti”.
In una nota alla stampa il sindacato afferma che “si registra, purtroppo, in tantissime aziende, grandi e piccole, la mancanza di dpi (mascherine, igienizzanti ecc.), sanificazione dei locali e non rispetto della distanza di almeno 1 metro tra i lavoratori”.
Si propone, inoltre, come soluzione alle gravi problematiche produttive, logistiche ed economiche che si verrebbero a creare con la chiusura degli stabilimenti “l’uso dello smartworking, di ferie pregresse e cassa integrazione”.
Anche l’Usb Abruzzo, unitamente con l’Usb Molise, ha avanzato la richiesta di sospensione immediata di tutte le attività di produzione ai rispettivi presidenti di [ant_dx]Regione, Confindustria, Inail, Asl e alle aziende più importanti tra cui Sevel e Fca Termoli.
Nella lettera, firmata da Luigi Iasci, Responsabile Federale USB Abruzzo, si fa riferimento ad aziende grandi e medie che “non sono in condizione di poter rispettare le indicazioni previste dai decreti governativi e, riteniamo, non riusciranno a garantire il rispetto di tutte le precauzioni necessarie a contenere l’espansione del contagio e i probabili focolai che si possono sviluppare e che si potrebbero ramificare in modo capillare, favorendo nelle nostre regioni la diffusione del virus. Proponiamo come unica possibile soluzione il blocco immediato e totale delle attività lavorative per 15/20 giorni da coprire con gli ammortizzatori sociali, con integrazioni economiche, anche di carattere aziendale, che raggiungano il 100% delle retribuzioni”.