Dalla Regione arriva il via libera definitivo all’ultra decennale vicenda della discarica della Vallecena srl dell’imprenditore vastese del settore dei rifiuti Giovanni Petroro.
L’Autorizzazione Integrata Ambientale è stata firmata il 5 marzo scorso dal responsabile del servizio Rifiuti della Regione Abruzzo, Franco Gerardini. Il progetto prevede un invaso da 150mila metri cubi in località “Cicella” in Valle Cena a qualche centinaio di metri di distanza dal polo impiantistico del Civeta e delle sue tre discariche (tra le quali quella gestita dalla Cupello Ambiente al centro dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Vasto).
La sua prima versione risale addirittura al 2005, quando in società c’era l’imprenditore Paolo Primavera, e conteneva anche un impianto di trattamento rifiuti pericolosi. Bocciato nel 2015, la ditta, un anno dopo, ne ha presentato una variante eliminando l’impianto e modificando la categoria dei rifiuti ammissibili in “Non pericolosi”. Questi ora sono principalmente scarti di processi industriali, di lavorazione di metalli e di attività di estrazioni minerarie (approfondimento in basso).
[ant_dx]L’ok arrivato due giorni fa sicuramente non soddisfa il sindaco di Furci, Angelo Marchione, che, in rappresentanza della cittadinanza, da tempo ha promosso una battaglia contro il progetto venendo affiancato da altri Comuni del territorio. Insieme a loro e ad alcuni membri dei comitati, nel marzo 2019, partecipò all’ultima conferenza dei servizi a Pescara dalla quale emersero diverse criticità [LEGGI]. Ora, probabilmente, il Comune tenterà la strada del ricorso al Tar.
Nel corso degli anni, è stata forte la mobilitazione contro la discarica di località “Cicella”. Un anno fa un corteo di sindaci, comitati e cittadini sfilò in Valle Cena per esprimere il proprio dissenso al progetto e all’ipotesi di una nuova vasca della vicina Cupello Ambiente. Su quest’ultima opera (di ben 480mila metri cubi) nell’ottobre scorso è arrivato il “No” del comitato Via regionale che ha definito l’area “già estremamente gravata dal punto di vista ambientale” per i numerosi progetti che vi insistono (la ditta ha presentato ricorso al Tar).
I RIFIUTI AMMISSIBILI
Nel lungo elenco [SCARICA] si trovano le seguenti categorie Cer: rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera o cava, nonché dal trattamento fisico o chimico di minerali (CER 010000); rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca, trattamento e preparazione di alimenti (CER 020000); rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce, nonché dell’industria tessile (CER 040000); rifiuti della raffinazione del petrolio, purificazione del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone (CER 050000); rifiuti dei processi chimici inorganici (CER 060000); rifiuti dei processi chimici organici (CER 070000); rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa (CER 080000); rifiuti dell’industria fotografica (CER 090000); rifiuti prodotti da processi termici (CER 100000); rifiuti prodotti dal trattamento chimico superficiale e dal rivestimento di metalli ed altri materiali; idrometallurgia non ferrosa (CER 110000); rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastica (CER 120000); rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi (non specificati altrimenti) (CER 150000); rifiuti non specificati altrimenti nell’elenco (CER 160000); rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente da siti contaminati) (CER 170000); rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell’acqua e della sua preparazione per uso industriale (CER 190000).