“Per il ricordo di mio figlio, in ogni causa e in ogni aula di Tribunale andranno, io sarò lì sempre presente”. Lo afferma, in vista del processo di secondo grado, Luigi Pietropaolo, papà di Emanuele, il ragazzo di 18 anni morto nel 2015 in un incidente stradale a Vasto.
Pietropaolo scrive a Zonalocale per “puntualizzare alcune questioni” a seguito delle dichiarazioni rilasciate dall’avvocato della controparte. L’uomo ricorda l’esito del processo di primo grado, che ha portato a una sentenza di condanna a un anno con pena sospesa, e “che gli ipotetici 3 secondi a cui si riferisce, sono stati determinanti a causare la morte di mio figlio”; inoltre dichiara che “le affermazioni nelle quali si cerca di avere una certa forma di rispetto nei confronti dei familiari della vittima lasciano il tempo che trovano, perché a mio parere non sono rispettose né per i familiari stessi, né tantomeno per la vittima”.
Poi Pietropaolo si rivolge all’automobilista, cui “consiglio la possibilità di imparare a porgere delle scuse con sincerità, umiltà e visto quanto è successo… forse, dico forse, solo col tempo potrebbero essere accettate”.