Sulle alcune indennità assegnate dal Comune di Vasto a dipendenti municipali, il presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio comunale Vincenzo Suriani (FdI) chiede l’intervento della Corte dei Conti.
“Nel mese di dicembre – scrive in un comunicato stampa l’esponente del centrodestra – abbiamo richiesto dei dati contabili riguardanti alcune indennità concesse al personale dipendente. Pure esistendo gli atti, o almeno alcuni di questi, l’amministrazione Menna non ci ha fornito i dati finanziari richiesti. Nonostante avessimo interessato della vicenda il segretario, avvocato Mascioletti, il dirigente del settore finanziario, dottor Toma, ha continuato”, sostiene Suriani, “a non esaudire le richieste dei consiglieri, senza nemmeno rispondere o facendolo con delle mail informali senza alcun valore legale. La normativa vigente prevede che gli atti e i dati richiesti vengano forniti in un massimo di 30 giorni. Il dottor Toma ne ha impiegati circa 75 continuando a fare il vago, mandando al richiedente solo alcune mail che sostenevano che gli atti richiesti non esistessero o che i consiglieri per ricavarseli potevano ‘fare la somma da soli’ per calcolare gli importi, nonostante le procedure corrette gli fossero state ricordate in sede di Commissione di Vigilanza il 24 di febbraio.”
Suriani dice di aver “continuato a fare diversi solleciti, tra cui una Pec al Prefetto. Insistendo l’amministrazione Menna nel non fornire i dati, attraverso la sua alta dirigenza, ho interessato della vicenda la Procura della Corte dei Conti. Spero che adesso la magistratura contabile acquisisca le carte di ciò che succede nel Comune di Vasto, visto che i consiglieri comunali preposti a vigilare e controllare sono stati esautorati, a suon di chiacchiere e di banalità, dai propri poteri previsti dalla legge. Ribadisco che la pubblica amministrazione deve essere neutrale e che il personale dipendente non può permettersi di distinguere i consiglieri tra «buoni e cattivi» visto che fa parte del codice deontologico dei dipendenti esaudire, nei tempi e nei modi previsti dalla normativa, le richieste di atti, o in questo caso di dati, da parte dei consiglieri comunali e dei cittadini interessati. Tutto ciò che viene negato a un consigliere comunaleafferma Suriani – rappresenta di per sé un pessimo esempio di gestione della pubblica amministrazione che, specie quando si parla di denaro dei contribuenti, non può assolutamente prescindere dalla meritocrazia e dalla trasparenza”.
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