Nel nuovo percorso musicale di Andrea Ianez ecco che arriva una nuova tappa. Il singolo, che esce oggi accompagnato da un videoclip, si chiama Figli delle sberle. Il titolo è un richiamo alla hit di Alan Sorrenti, Figli delle Stelle, ed è la narrazione di un tema di costante attualità, quello del conflitto generazionale.
“Il ripetersi ciclico dello scontro, le incomprensioni, sempre le stesse perpetuate nel tempo – spiega il cantautore vastese -. I figli di ieri critici sui medesimi argomenti sui quali sono stati criticati, preoccupati di una nuova generazione che nuova non è stata mai”.
Quello scritto da Ianez e registrato al Satellite Rec con Lorenzo D’Annunzio (basso) e Fabio Tumini (chitarra, synth, drums, arrangiamenti e produzione) è un brano in cui i protagonisti sono “gli adolescenti degli anni 80/90, quelli che si sono sentiti dire con amore e apprensione genitoriale: se ti fai male poi prendi il resto. Sono quelli che non dovevano accettare le caramelle dagli sconosciuti e oggi raccomandano ai propri figli di non accettare le richieste di amicizia sempre degli sconosciuti”.
I figli delle sberle “sono quelli che non sarebbero mai diventati come i propri genitori, i figli delle sberle sono quello che rimane da una notte in una Uno ed un mattino da evitare“. Il brano, uscito oggi con il videoclip su Youtube, sarà disponibile dal 15 marzo in tutti gli store digitali.
Il videoclip. “Il video di questo brano ha una sua storia travagliata”, racconta Ianez. “Girato una prima volta lasciando poco spazio al caso, seguendo una sorta di copione, una trama precisa per tradurre in immagini il testo. Le riprese però sono andate perse a causa del guasto del supporto dove erano state salvate e quindi dopo i doverosi insulti alla sfiga ci siamo messi a pensare ad una alternativa”.
Ore e ore a pensare a nuovi potenziali copioni, altri metodi di ripresa, fino a quando “una mattina, muniti di GoPro presa in prestito e mai più restituita ad un amico che ringraziamo –Grazie Alessio Rotoli – ci siamo detti: usciamo e vediamo cosa viene fuori“.
E il risultato è un prodotto dal sapore di video amatoriale “un po’ come fossero scene del backstage di qualcosa che potrebbe essere ma che non sarà, perché il momento giusto è sempre quello che dovrà arrivare“. E tuttoo questo è risultato “perfetto per il tema della canzone. Siamo contenti del risultato spontaneo, così come spontaneamente una mattina ci si sveglia e ci si rende conto che la propria generazione era migliore, è in quel momento che si diventa vecchi. Ad alcuni succede a 20 anni, ad altri a 50 a pochi fortunati non accade mai, dipende da noi, dipende da quando ci sentiamo troppo stanchi per continuare a crescere”.