C’è una serie di interventi per la quale la Cupello Ambiente è stata chiamata a fornire un cronoprogramma. È ciò che emerge dal verbale dell’incontro tecnico tenutosi a Pescara nel dipartimento Territorio – Ambiente della Regione Abruzzo il 19 febbraio scorso. Presenti per l’occasione il servizio Gestione rifiuti regionale, il Civeta (con il commissario straordinario Valerio De Vincentiis), la Cupello Ambiente (rappresentata da Antonio Capassi, Donato Schiavone, Domenico Pellicciotta e Francesco De Conciliis), il Comune di Cupello (con il tecnico Alessio Pomponio e il vicesindaco, custode giudiziario, Fernando Travaglini) e l’Arta (con il direttore Francesco Chiavaroli e alcuni tecnici delle sedi di San Salvo e Chieti).
I lavori serviranno a risolvere alcune criticità dell’invaso da 450mila metri cubi interessato da cinque incendi in due anni e dissequestrato qualche giorno fa [LEGGI], ma devono essere ancora svolti. Circostanza, questa, che sembra cozzare con le motivazioni del giudice Italo Radoccia che la settimana scorsa ha accolto l’istanza presentata dalla società che gestisce la discarica di proprietà del Civeta. Nel documento [ant_dx]del tribunale si legge di “avvenuta esecuzione di opere riparatorie concordate con la Regione Abruzzo e l’Arta“, ma proprio questi ultimi due enti, nell’incontro del 19 febbraio (il giorno prima dell’accoglimento della richiesta di dissequestro) hanno chiesto approfondimenti e un programma dei tempi; i lavori, quindi, potranno partire solo dopo il via libera da parte degli enti competenti in conferenza dei servizi.
Nello specifico, la Cupello Ambiente è chiamata a realizzare i pozzi di captazione del biometano prodotto dai rifiuti e a riparare la sponda dell’invaso franata.
Per quanto riguarda i primi, la ditta – come si evince dal verbale della riunione tecnica – si è detta disponibile a terminare i pozzi previsti dall’Aia vigente anche se li ritiene ridondanti; al momento ne sono stati realizzati 5. Non saranno realizzati i numeri 12, 13 e 14 posizionati lungo la sponda interessata dallo smottamento.
Per quanto riguarda la frana, secondo i tecnici della ditta che gestisce la discarica, questa sarebbe dovuta a una mancata regimentazione delle acque lungo la strada di separazione tra l’invaso e la seconda vasca del Civeta. Il progetto prevede la rimozione della parte danneggiata e la ricostruzione del profilo secondo il progetto iniziale.
Cronoprogramma a parte, per entrambi gli interventi, i lavori devono attenersi al progetto iniziale che ha ottenuto l’Aia, in caso contrario ci sarà da ripresentare la necessaria documentazione prevista per le varianti.
LE REAZIONI – I comitati si sono detti “sconcertati” del dissequestro chiedendo a quali opere completate si faccia riferimento e auspicando un ricorso della procura [LEGGI]. A salutare positivamente la decisione del giudice sono stati il gruppo di minoranza Insieme per Cupello e il Pd provinciale che ha aggiunto: “Per molti Comuni il conferimento dei rifiuti altrove ha causato un aumento dei costi che a breve ricadranno sulle tasche dei cittadini. Confermando lo nostra contrarietà in merito, chiediamo alla Regione Abruzzo di intervenire compensando l’aumento delle tariffe della Tari“.